SLOAN: Based On The Best
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12/10/2025Sloan. ‘Based On The Best’. Il quartetto canadese power pop originario di Halifax (Nuova Scozia) ritorna con il quattordicesimo album. Freschi, spensierati, dal pretesto The Beatles, armonie vocali da The Beach Boys, versione indie dei Cheap Trick, The Knack, dallo spunto radiofonico, e dalle citazioni più varie, imperterriti, dal 92’ continuano a dare voce, alla vena compositiva di ogni membro della formazione (originale), senza che nessuno ne prenda il sopravvento. Sconosciuti a noi, ma non ai canadesi. Fanno musica per loro stessi e, ironicamente, per i giornalisti del futuro (dicono). Un suono, di questo ultimo progetto, che si concentra sui bassi per esaltare la fragranza orecchiabile e che, in dodici tracce, cerca di ripercorrere il loro percorso artistico, con nuovi allacci, seguendo una scaletta quasi cinematografica. Pezzi scelti, perfetti in cronologia, che assicurano un ascolto benefico, accompagnati da video per aspiranti attori da strapazzo: amano l’arte e l’intrattenimento e si ridicolizzano. In “Dream Destroyer” un boogie man potrebbe minacciare il tuo sonno con una Ibanez Destroyer. In ‘No Damn Fears’ il lancio di un ferro di cavallo potrebbe mettere a segno l’esplosione di un ordigno inesploso: Jellyfish Babies/The Fall dei primi anni ’80/e piccola spolverata di Simon & Garfunkel. Intro sviante Nirvana nella prima traccia “Capitol Cooler”: si prendono subito gioco dell’ascoltare con input sparsi quà e là. Continuano ad imprimere tracce da scarafaggi e da The Kinks in “Open Your Umbrellas”, e in “Fortune Teller”, impreziosita da una tromba. Millisecondi di rock psichedelico in “Baxter”. Molto belle l’armoniosa “Congratulations” e la vibrante “Collect Yourself”. Green Day in “Live Forever” con schegge alla Paul McCartney e cori da surfisti. Un po’ di garage solare in “So Far Down”. Da spiaggia “Here We Go Again”. Si chiude in bellezza compositiva “tutta Sloan” con “I Already Know”.


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