SLIPKNOT: VOL.3 (THE SUBLIMINAL VERSES)
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28/06/2004Tornano nei nostri stereo i nove pazzi psicopatici dell'Iowa con un nuovo cd fresco di stampa: questo "Vol.3 (The Subliminal verses)" è risultato una vera sorpresa per il sottoscritto. Certo i proclami sul cambiamento di rotta del combo statunitense erano noti da tempo, ma io difficilmente mi faccio illudere dalle presentazioni pubblicitarie: il risultato di due anni di attesa dopo il buono (ma non quanto il debut-cd) "Iowa" è qui nel mio lettore pronto per essere analizzato. "Prelude 3.0" dà il via in modo anomalo al disco, si tratta infatti di una traccia iniziale cupa, dall'incedere lento, sofferto, quasi sanguinolento; Corey con la sua voce ci fà entrare in un turbine di lenta agonia che ha termine solo quando esplode "The Blister Exists": e qui inizia il macello! Infatti gli Slipknot piazzano di fila tre assalti degni del loro omonimo debut: "The Blister Exists", "Three Nil" e il singolo "Duality" ci mostrano un ritorno al passato che non può far che felice il sottoscritto, non tanto convinto della svolta simil death di alcuni episodi di "Iowa". Il potente drumming di Joey ci presenta la successiva "Opium Of The People", che si presenta song discreta con un Corey veramente incazzatissimo ed in grande forma: la traccia risulta un techno/thrash di buona efficacia ma di non eccelsa originalità, risultando però maledettamente orecchiabile (come del resto le precedenti tracce). Con la struggente "Circle" i pazzi dell'Iowa tirano il fiato, mostrando un (inaspettato) lato sentimentale: ci pensa la seguente "Welcome" a rimettere le cose a posto spostando il tiro su lidi ben più congeniali al combo a stelle e strisce. La darkeggiante e ben congeniata "Vermilion" fra da apripista al singolo "Pulse Of The Maggots" : sirena, voce filtrata e passi marziali aprono una traccia veramente esplosiva e convincente. Con "Before I Forget" comincia il declino dell'album, la traccia è carina e adrenalitica, ma il tutto finisce lì. "Vermilion Pt.2" risulta essere sorella della precedente "Circle", bellina, ben studiata ma si vede che gli Slipknot non sono abituati a comporre canzoni dalle sonorità così pacate e sognanti. Si torna a pestare con "The Nameless", che ha la particolarità di alternare sfuriate tipiche degli Slipknot ad inaspettati momenti melodici che fungono da rottura nella struttura del brano che altrimenti risulterebbe di una monotonia esasperata. L'anomina "The Virus Of Life" e il simil-outro "Danger - Keep Away" chiudono un disco sicuramente ben suonato, prodotto e mixato ma da cui (sinceramente) mi aspettavo (molto) di più.
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