SINCLEAR: FROM LOW TO LOUD
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29/03/2013Come nella maggior parte dei casi, nel momento in cui un genere musicale perde visibilità mediatica, escono allo scoperto splendide realtà. E sicuramente negli ultimi anni il punk-rock ha perso lo smalto dei tempi d’oro (vedi anni ’90), e se stessimo a focalizzare l’attenzione sul nostro Paese potremmo quasi dire che oggigiorno le band degne di nota le si potrebbe contare sulle dita di una mano. Tra queste troverebbero sicuramente spazio i Sinclear, combo novarese dalla pelle dura che da quasi quindici anni diffonde il proprio verbo sui palchi nazionali e non. Il loro modo di intendere la parola punk-rock è sempre stato molto semplice e diretto, vale a dire sfornando brani d’impatto che al tempo stesso fossero anche poco impegnativi sul fronte tecnico, scelta questa che è stata protagonista nei due dischi partoriti in passato ('Eat At Chef Sinclear' del 2007 e 'Nothing Ever Happens' del 2010), e che oggi non troviamo più. Cosa è cambiato? Fondamentalmente molto: il songwriting si è fatto più vario e interessante nelle soluzioni adottate, i testi hanno finalmente un respiro internazionale essendo proposti per intero in lingua inglese e mostrandosi interessanti nei temi trattati e per finire il lavoro svolto in studio, decisamente alto nello standard qualitativo. Una serie di scelte che ha dato ottimi risultati che si possono toccare con mano in 'From Low To Loud', che non ci vergogneremmo a definire uno dei migliori dischi punk-rock in circolazione da un paio d’anni a questa parte. Ogni brano ha una sua quadratura, alternando ritmi vertiginosi a situazioni più distensive dove a emergere è il lato più rock traditional dei nostri (d’altra parte non si è punk-rocker se non si ha qualcosa dei Clash nel proprio DNA), con una band che rispetto al passato sembra affiatata e conscia dei propri mezzi come non mai. Che i Sinclear ci credano – molto – lo si nota anche dalla scelta dello studio che si è poi occupato del master, vale a dire gli americani Blasting Room Studios, cosa che fa capire su che dimensione vogliono viaggiare oggigiorno i diretti interessati. Pollice alzato, quindi, e complimenti doverosi a questa crew novarese che è riuscita nell’intento di sorprendere nonostante diversi anni di attività alle spalle.
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