SHINING: X - Varg Utan Flock
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05/02/2018Il ritorno del rantolatore svedese, del quale ormai anche mia nonna conosce lo stato di devastazione mentale e relative gesta che gli hanno fatto guadagnare la fama di personaggio metal tra i più chiacchierati al mondo, grazie al suo genio e relative sregolatezze create ad arte. Il decimo capitolo della saga Shining si riallaccia a quello che per noi è il capolavoro assoluto della sua produzione: 'V Halmstad', dimostrando di possedere ancora la capacità di far confluire nel suo melting pot il black metal, il progressive rock, la musica classica - "Tolvtusenfyrtioett" - il punk metal dei Motorhead di "Svart Ostoppbar Eld", l’heavy metal, e chi più ne scova più ne metta, ma con una ispirazione leggermente inferiore al disco di cui sopra. Innumerevoli cambi di formazione, regolari depressioni bipolari e schizofrenia non hanno minimamente scalfito la qualità compositiva e la forza di mandare avanti il suo progetto. Lasciatevi rapire dalla malinconia di "Gyllene Portarnas Bro", dagli assoli a la Santana di "Jag Är Din Fiende"; da "Aokigahara", traccia dal nome simile ad un antinfiammatorio, aperta da un sinistro intro acustico comune a molti dischi metal anni '90, prima di sfociare in una sfuriata black metal dai ritmi controllati. La rabbia, il dolore ed il tormento sono sempre tangibili, incanalate in modo produttivo e sconvolgente, ne determinano il trademark del suo depressive o suicidal black metal. Lungo tutto il lavoro aleggia una falsa quiete che preannuncia sempre l’imminente tempesta (controllata), quindi attenzione a rilassarvi, la lametta è dietro l’angolo.
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