SETZER, BRIAN: 13
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30/11/2006Sorpresa inaspettata questo nuovo disco di Brian Setzer il quale abbandona in larga parte la deriva rockabilly che aveva caretterizzato i suoi lavori precedenti(pur lasciando intatte l'impostazione e l'ironia tipiche di quel genere), sputando fuori un lavoro intriso di tutta la tradizione rock americana tra southern, rock'n'roll, country e blues. Arrivando a ricordare gli Aerosmith in "Everybody's Up To Somethin'" tanto sembra rifarsi a quanto il plettro di Joe Perry è stato in grado di regalarci fino ad oggi. Brian, tutttavia, lavora di fino. Leggendo i generi citati sopra quanlcuno potrebbe credere che il suono e la produzione siano di quelli scarni, essenziali. Invece, la produzione è di quelle che si rispettano perchè i brani sono curati al massimo, i particolari ben in mostra soprattutto in materia di chorus quando spesso un coro femminile affianca la voce di Setzer, e quando gli arrangiamenti abbondano(senza mai risultare pompati). Scelta intelligente, quindi, questa di voler "cambiare" direzione a favore di composizioni che non hanno in dono solo lo spirito e l'immaginario di una precisa sonorità(che hanno fatto la sua fortuna), specialmente guardando al risultato finale, rivitalizzando così il suo talento ormai troppo chiuso tra le spire del passato. "13" perchè, e si fa presto a capirlo, è il suo tredicesimo disco di inediti. Tredici sono i brani che lo compongono. Nessun filler, scorrevolissimo dall'inizio alla fine. Il miglior Brian Setzer di sempre.
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