SCORPIONS: UNBREAKABLE
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30/06/2004Dopo poco più di dieci anni i rocker tedeschi danno finalmente prova di non essere artisticamente morti. "Face The Hit" era stato l'ultimo baluardo entro cui si poteva far risiedere le ancora(quasi) intatte carte da giocare della band di Hannover. Dopo dischi flosci ed operazioni commerciali di poco conto, gli Scorpions tornano a rockare come meglio sanno fare, e lo fanno rispettando le loro radici ma calandosi nell'attualità scacciando gli spettri del deja-vu e quello dell'anacronismo.
"Unbreakble" è un titolo suggestivo ed evocativo in quanto rispecchia fedelmente la voglia, e l'attitudine di una band di nonnetti ancora in grado di dire qualcosa e di dirla in modo onesto, sincero, e in grado ancora di suonare pesante lasciando intatte nell'immaginario collettivo le gesta che l'hanno resa famosa. Questo è un disco tosto, per davvero, senza tanti fronzoli pur suonando, a ragione, leggermente moderno grazie ad una produzione a dir poco perfetta che esalta la ruvidezza del suono e la rende limpida allo stesso tempo. Per non dire anche di quelle chitarre che mai sono state più distorte di oggi. I brani hanno un vigore ruggente e melodie fresche che si stampano in testa come francobolli incollati col Tangit, e non ci sono cali di tensione. Nulla è lasciato a caso, Klaus è il singer che tutti conosciamo e la classe di Rudolf e Matthias e del resto della band(alla baterria c'è James Kottak, ex Kingdom Come), è, positivamente, ben sopra le righe.
Un ritorno su alti livelli da colpo al cuore capace ancora di stordire e stupire, e con immancabili ballad dai finissimi arrangiamenti, "Maybe I Maybe You" e "She Said", che strapperanno più di un singhiozzo.
Si invecchia, e si invecchia bene.
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