SAILLE: Eldricht
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01/12/2014Per il loro terzo album i belgi Saille decidono di fare le cose in grande, creando un enorme concept album (basta leggere i titoli dei pezzi), dedicato alla letteratura horror, omaggiata mediante le opere di nomi illustri come Edgar Allan Poe ed il maestro di Providence H.P. Lovecraft, il più rivisitato in questo nuovo 'Eldricht', il disco il cui scopo sarebbe quello di far fare al gruppo il definitivo passo al di la del muro, per provare ad uscire dall'underground iper affolatto di buone black metal band, dritti verso la notorietà dei grandi nomi dell'epic black scandinavo e non. Come ampiamente dimostrato nel precedente 'Ritu', i Saille hanno senza dubbio grandi capacità tecniche e compositive e considerando gli argomenti trattati non riusciamo a capire cosa manchi a questo lavoro per essere considerato grandissimo. L'opener "Emerald" così come la successiva "Walpurgis", ispirata alla danza delle streghe nella notte di Valpurga nella tradizione germanica, alzano subito il livello di ascolto, con potenza, melodia e tastiere perfettamente bilanciate tra loro. Lo stesso discorso vale per praticamente tutti i brani, perfetti in tutto e per tutto; ma è solo in alcuni frangenti che l'attenzione all'ascolto aumenta e ci rapisce, come accade durante "Aklo", la lingua segreta che ritroviamo nelle opere che compongono il ciclo di Cthulhu di Lovecraft, così come in "Red Death", il famoso racconto di E.A.Poe. Molto bella anche "Cold War", col suo freddo pianoforte iniziale, traccia capace di scaricare una bella tensione all'ascolto. Ri-sottolineando l'indubbia bellezza e versatilità di questo disco, pensiamo anche a come si sarebbe potuto centrare al meglio l'obiettivo, sfiorato di poco forse a causa della troppa attenzione al concept, a scapito di una componente fondamentale quale la rabbia istintiva, elemento imprescindibile nel genere, che avrebbe dato a 'Eldricht' meno perfezione si, ma quel senso di soprannaturale e suggestivo declamato nel titolo.
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