DAUTHUZ: Des Zwerges Fluch
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21/11/2018Interessante EP per i teutonici Dauþuz, progetto musicale dedito ad un black metal epico e che si fregia di parti acustiche di gusto e pagana essenza. Quando gli artisti pigiano sull’acceleratore il gelido vento della nera fiamma divampa, anticipata però da un preludio che, romanticamente, ne delinea i contorni più sensibili e profondi. Chitarra trasmette pace, silenzio spezzato poi da un’improvvisa bufera. Questa dicotomia si evince dal fatto che c’è una vera e propria alternanza dei due aspetti, non risulta però insensata, un filo conduttore è dato dal senso crescente dell’epica che soggiace ai crescendo e all’espressività folk di Dauþuz. Delicati come un paesaggio da contemplare, maestosi come un temporale che illumina una vetta tagliata dalle nubi, i Dauþuz proseguono diretti nel loro personale intercedere. A metà tra Falkenbach, Ulver e Drudkh, i musicisti mescolano voci taglienti e slabbrate a coralità che ne ornano di cerimoniosità l’entità. Disco essenziale e capace di porre l’attenzione su quei particolari troppe volte ignorati, gestualità naturali come una foglia che cade, poi poeticamente mossa dal vento, il dolore di una perdita e il nero gorgo in cui l’angoscia ci lascia vorticare. Metafore, per un full-length tanto intenso quanto rispettoso della tradizione del filone. Ci piacerebbe vedere a volte mesciute le suite acustiche e quelle black, una soluzione qui non contemplata ma che potrebbe rendere meno prevedibile la proposta. Al di là di questo appunto, Des Zwerges Fluch resta qualitativamente apprezzabile, dalle armonie pregiate e in grado di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore.
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