ROTH, DAVID LEE: DIAMOND DAVE
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25/02/2005Dal ritorno musicale di un personaggio particolare e colorato del calibro di David Lee Roth ci si può doverosamente aspettare di tutto, e come nelle più ovvie aspettative l'ex singer dei Van Halen ha ribussato alla porta del mercato discografico alla sua maniera, la quale di certo non poteva rientrare nella più classica normalità tipica degli artisti pacati e poco appariscenti. Diamond Dave, infatti, ha scelto di inserire in questo cd, intitolato con il suo stesso celeberrimo soprannome, quattordici cover di artisti rinomati rivisti in una chiave assolutamente personale, a cavallo tra generi musicali come rock, rhythm 'n' blues, funky e swing. La qualità sonora e soprattutto esecutiva contenuta nel dischetto è assolutamente di prim'ordine, quest'ultima ad opera di musicisti di grande esperienza e dall'eccelso gusto musicale, tra i quali spiccano, oltre ai nomi meno conosciuti (ma non per questo dall'inferiore spessore musicale), l'ex bass-player dei White Lion James Lomenzo e il grande drummer Gregg Bissonette, mentre per quanto concerne le parti vocali è invece piacevole ascoltare un Dave in piena e smagliante forma, bravo a districarsi con la sua inconfondibile verve all'interno delle diverse cover ivi presenti. Gli artisti oggetto di rivisitazione sono molti, provenienti tra l'altro da background musicali alquanto differenti, come per esempio, tanto per fare qualche nome, il mitico axeman Jimi Hendrix, i notevoli bluesmen Savoy Brown, il grande Steve Miller e, ultimi ma non meno importanti, i mai dimenticati Doors. E' difficile elargire un giudizio su un'opera di questo tipo, la quale potrà destare l'attenzione solo di una cerchia ben definita di intenditori, i quali di certo bazzicano al di fuori dei confini hard 'n' heavy che sono e che furono, il tutto a vantaggio di un'espressione sonora ed artistica indiscutibilmente differente. Roth infatti, è bene sottolinearlo, si muove ad anni luce di distanza dal prepotente concentrato hard-rock che lo ha reso famoso nei Van Halen, e questo fattore viene particolarmente evidenziato all'interno dell'ennesima riproposizione della tanto (da lui) amata "Ice Cream Man", qui in una versione nettamente rivista rispetto a quella presente nel primo ed omonimo disco dei fratelli filoamericani. Questo è il nuovo David Lee Roth, prendere o lasciare.
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