REVOCATION: DEATHLESS
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21/10/2014Nuovo album per gli statunitensi Revocation, fautori di un thrash/death molto moderno, praticamente, per chi non li conoscesse, una sorta di equazione tra il thrash americano di oggi, roba melodica tipo Darkane, Hipocrisy, At The Gates e roba più groovy e tecnica Strapping Young Lad e Dillinger Escape Plan. Infatti nell'opener "A Debt Owed To the Grave" tutto ciò si sente benissimo: melodie di ispirazione svedese declinate secondo gli standard attuali, ritmica pesante, thrashy ma piena di breakdown moderni, qualche passaggio bello tecnico in puro stile math. Emergono, però, anche i difetti: minutaggio oggettivamente eccessivo, ragazzi, se le idee finiscono non è che sbrodolare melodie che alzano la glicemia sia un buon rimpitivo, eh. E ti pareva se non ci mettevano i cori puliti, la title track poteva tranquillamente trovarsi in un vecchio disco dei Trivium. Cioè, nemmeno i Trivium stessi farebbero ancora certe cose. Bleah. Con "Labirynth Of Eyes" riescono a fare anche peggio: tolti i passaggi più tecnici, il resto sembra uno scarto dei Bring Me The Horizon. Procedendo siamo alla fiera della mediocrità: "Madness Opus" con la sua vuota complessità e il feeling "WTF?", "Scorched Earth Policy" che potrebbe persino funzionare, soprattutto dal vivo col suo bestiale tiro *core, se fosse stata chiusa prima magari, in "The Fix" tanto valeva staccare un assegno a Mike Ammott, la strumentale "Apex" poteva pure essere ascoltata, senza tutti quei riff messi lì col nastro adesivo. Ma basta adesso, ché questo non è un track-by-track. In definitiva, un disco dalle tante ispirazioni ma poco ispirato, freddo, professionale ma poco sentito, incapace di appassionare.
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