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OCEANS OF SLUMBER: Oceans Of Slumber

data

28/01/2021
80


Genere: Progressive Metal
Etichetta: Century Media Records
Distro: Sony
Anno: 2020

Piano piano, gradualmente ma in maniera costante, gli americani Oceans Of Slumber si sono fatti strada nel panorama del progressive metal, raggiungendo posizioni di interesse ed un seguito nutrito. Questo percorso di crescita si è sviluppato nel corso dei tre album che, fino a ‘The Banished Heart’ del 2018, hanno contraddistinto la loro proposta musicale, che sostanzialmente si sviluppa in un progressive che strizza l’occhio in maniera audace anche verso le frange più estreme del metal, grazie a soluzioni stilistiche che non disdegnano passaggi dal ritmo più sostenuto, in cui la protagonista principale è una delle voci più propositive e convicenti dell’intera schiera metal, quella di Cammie Gilbert; una voce che non è passata inosservata ad uno dei capostipiti attuali del genere, Arjen Anthony Lucassen, che l’ha voluta con sé nel suo ultimo lavoro ‘Transitus’. Sebbene siano tre lavori interessanti, ad un orecchio attento è sembrato che mancasse comunque qualcosa per rendere pienamente assemblato il lavoro, lasciando quindi una certa senzazione che di leggermente incompiuto. Dopo ‘The Banished Heart’, la band si è notevolmente rinnovata con l’ingresso in campo dei chitarristi Alexander Lucian e Jessie Santos, e del bassista Semir Özerkan, che fa anche le parti del growler. Questi innesti sembrano aver finalmente contribuito a dare piena e completa struttura nel sound degli Oceans Of Slumber, e il nuovo album omonimo ne è la conferma. Un album dove tutto sembra andare nel verso giusto, con meccanismi ben oliati ed una scorrevolezza che difficilmente si riusciva a scorgere negli album precedenti. In più, non si sa se possiamo chiamarla ciliegina sulla torta, oppure addirittura la torta, ma il contributo che dà la voce di Cammie Gilbert è di livello altissimo, praticamente indiscutibile. Il trittico iniziale di brani “The Soundtrack To My Last Day”, “Pray For Fire” e “A Return To The Earth Below” testimoniano in maniera evidente questa assoluta concretezza nella musica della band; percorsi progressive dove tutto è al punto giusto, dove i cambi di ritmo anche repentini (soprattutto in “Pray For Fire”) riescono ad essere facilmente assimilabili e non creano quegli scossoni che possono pregiudicare la qualità del brano, dove le incursioni più selvagge risultano ben dosate ed intelligenti grazie anche al buon growl di Özerkan, e dove la Gilbert viaggia che è un piacere. Anche quando questi passaggi death metal sembrano invece essere piuttosto invadenti, come in “The Adorned Fathomless Creation”, l’inserimento della Gilbert, ed al contempo lo stemperare degli animi verso coordinate più accoglien ti, rimettono ben presto le cose a posto. Ci può comunque stare la presenza di un brano che nel complesso non sembra di semplicissima comprensione. Accenni di death metal nel vero senso del termine sono presenti anche in “Total Failure Apparatus”, ma in questo caso le incursioni sembrano più centrate. Dove però la qualità è incommensurabile è su brani come: “The Colors Of Grace”, che vede la partecipazione di Mick Moss degli Antimatter; solo il pensiero di sentire due voci di questo calibro e di questa classe come quelle di Moss e della Gilbert può dare adito a facili entusiasmi, ed infatti la loro performance, piena di impatto emotivo, non si fa smentire; “I Mourn These Yellowed Leaves”, probabilmente il brano più bello dell’album, in cui una parte fondamentale la fa le tastiere di sottofondo di Mat Aleman che aleggiano nell’aria a trasportare la voce della Gilbert; infine, per testimoniare che band di qualità possono fare cover di altrettanta qualità, la rivisitazione di “Wolf Moon” dei Type O Negative, che mantiene praticamente inalterata l’atmosfera originaria nonostante il sound sia prettamente in stile Oceans Of Slumber. La scelta di intitolare col nome della band questo nuovo album la potremmo definire, alla luce dell’ascolto e della successiva analisi, assolutamente azzeccata, che testimonia appieno il completo raggiungimento delle proprie qualità e la cornice entro cui si muove il sound attuale della band, per comunicare che gli Oceans Of Slumber sono questi e suonano in questo determinato modo, pienamente concreto e strutturato. Siginifica, quindi, la quadratura di un cerchio che equivale al raggiungimento di una mkaturità musicale che (si spera) possa portare la band verso nuovi notevoli risultati. Per distacco, l’album migliore della band.

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