NOCTURNUS AD: Unicursal

La tribolata storia dei Nocturnus, fatta di due album pubblicati nei primi anni Novanta, l'estromissione del fondatore Mike Browning dalla band e la pubblicazione di un terzo album alla fine del decennio senza di lui; la contemporanea creazione di un nuovo soggetto da parte dello stesso Browning denominato prima Nocturnus AD, poi per molti anni After Death con scarsi riscontri discografici (a quest'ultimi sono ascrivibili solo alcuni demo, poi ripubblicati in una raccolta, 'Retronomicon'); infine di nuovo Nocturnus AD con l'uscita, vent'anni dopo l'ultimo full-lenght targato Browning, di 'Paradox' nel 2019. Il successore di quest'ultimo è l'album qui in esame. Fa piacere costatare che l'originalità della proposta del mastermind ex Morbid Angel, alle origini un po' superficialmente connotata come "la prima band death metal a fare uso di tastiere" è evidente ancora oggi. Anche la produzione, piuttosto atipica ai giorni nostri, è la stessa di sempre, a rendere il carattere Nocturnus ancor più evidente. Ad una intro maestosa fra chitarre e tastiere fa seguito "The Ascension Throne Of Osiris" che, che con la sua velocità, è il punto più prossimo all'esordio discografico 'The Key'. Non mancheranno altri momenti del genere durante i quasi sessanta minuti del lavoro, ma c'è molto altro. Le tipiche keyboards dei Nocturnus si fanno in alcuni tratti prominenti e sinfoniche piuttosto che, come di consueto, lo-fi, i frequenti cambi di tempo danno un aura prog al lavoro, le percussioni sono lungi dall'essere solo selvagge e si spingono anche sul tribale. Non manca naturalmente il fondante, vorticoso lavoro chitarristico con i suoi frequenti solismi. Difficile in un contesto cosi denso e qualitativo scegliere una traccia piuttosto che un'altra, è un lavoro da fruire al meglio nella sua interezza. Quel che è certo è che è all'altezza della fama dei Nocturnus e del suo creatore Mike Browning, una figura unica per il genere.