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NERGARD: Memorial For a Wish

data

01/06/2013
53


Genere: Melodic Progressive Metal
Etichetta: Battlegod Productions
Distro:
Anno: 2013

Negli ultimi tempi sembra aver preso piede in maniera massiccia la tendenza a immettere sul mercato forme di composizione definibili come metal-rock-opera. E' il caso di musicisti ben navigati della scena power europea come ad esempio Tobias Sammet con i suoi Avantasia, e gli Avalon dell'ex Stratovarius Timo Tolkki, entrambi di recentissima uscita e che stanno comunque riscutendo buoni consensi quantomeno in termini di critica. Nella fattispecie in esame è un compositore e polistrumentista di belle speranze, il ventiseienne proveniente da Trondheim Andreas Nergard (già membro dei prog-metallers Rudhira), con all'attivo un Ep nella parallela carriera solista, 'The Beginning' datato 2010, a tentare di emulare le gesta dei due colleghi sopra citati, decisamente più scafati. Occupandosi lui stesso di tutte le parti di batteria, basso e tastiere, le chitarre vengono assegnate a musicisti misconosciuti dell'area norvegese, mentre per le parti vocali si è rivolto a personaggi illustri come Ralf Scheepers, Goran Edman, Mike Vescera, Tony Mills, il nostro Michele Luppi tanto per citare alcuni degli undici cantanti coinvolti oltre all'utilizzo di una female opera vocalist, invero piuttosto stucchevole. Una scelta quella di arruolare questi 'top player' che potrebbe essere malevolmente vista come strategia più che altro di marketing, se poi a ciò non corrispondono risultati proporzionali al dispiego di tali mezzi allora ci si pone il problema di quanto tutto questo possa rivelarsi funzionale al progetto. In effetti i brani si presentano molto spesso come slegati (nonostante si utilizzi il solito abusato schema del concept album), privi di un filo conduttore e anche da un punto di vista tecnico e compositivo lasciano adito a più di una perplessità, penalizzati oltretutto da una produzione opaca dove le chitarre e la batteria ne escono indeboliti, mettendo in risalto in maniera spropositata le tastiere, usate spesso per creare atmosfere fin troppo melliflue. Manca l'energia, manca il coinvolgimento emotivo, e non sono certo momenti isolati come l'ottimo assolo di Helge Engelke (Fair Warning) in "In This Our Last Goodbye", nella più aoreggiante "A Question Of God" interpretata nelle vocals dal sempre verde Tony Mills, o all'interno delle variegate suites conclusive "Angels" e "Requiem" che riescono ad elevare il prodotto in questione oltre il livello di una generale mediocrità. E' prevista tra circa un anno l'uscita della seconda parte di questo progetto, vedremo se nel frattempo Andreas avrà apportato i necessari cambiamenti per rendere la sua proposta più competitiva.

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