BLACK STAR RIDERS: All Hell Breaks Loose
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19/06/2013E' inutile stare qui a rimarcare l'importanza storica che un nome come i Thin Lizzy ha riservato nel panorama rock internazionale, e per onorare al meglio la figura di Phil Lynott l'unico componente originale della band, Scott Gorham, ha deciso di riproporre il loro inossidabile sound rivisto in chiave più attuale senza però perderne il vero trade-mark. L'idea di utilizzare un monicker come Black Star Riders al posto di uno sicuramente molto più popolare che ha segnato un'epoca irripetibile appare senza dubbio una scelta assolutamente da approvare, in modo da fugare eventuali elucubrazioni sul fatto che possa trattarsi di un'operazione di marketing e allontanare ipotizzabili ingombranti paragoni con il passato. Ad affiancare Gorham in questo percorso destinato a rispolverare i fasti di un passato ormai remoto, ma che non è stato mai del tutto dimenticato ci pensano il cantante Ricky Warwick (ex Almighty) che certamente non possiederà il carisma di Lynott, ma riesce ad affrontare e superare questa prova con personalità e scioltezza, il secondo chitarrista Damon Johnson e la sezione ritmica composta da due marpioni che non hanno certo bisogno di presentazioni: Marco Mendoza al basso e da Jimmy DeGrasso alla batteria, entrambi autori di uno splendido lavoro di supporto alle squisite concatenazioni sonore elaborate dalle twin guitars. I brani si mantengono tutti su di un livello medio-alto, ricordano in pieno il mood che solo i Thin Lizzy riuscivano a regalarci senza omettere quanto di buono ci forniva un altro mito come Gary Moore, ossequiato nella superba "Kingdom Of The Lost" così impregnata di sentori celtici tipici che potevano entrare a pieno diritto nel repertorio del chitarrista irlandese, sicuramente una tra le tracce più meritevoli. Chiaramente coloro che cercano un qualcosa di singolare nel corso dell'ascolto di questo cd potranno rimanere almeno in parte delusi visto che il sound di chiara impostazione seventies dà l'impressione di una certa vetustà, anche se la preziosa opera in fase di produzione del veterano Kevin Shirley riesce a potenziare brani che si mantengono sempre efficaci (anche se talora abbastanza scontati), ricchi di groove e dall'approccio comunque sempre immediato.
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