NAPALM DEATH: UTOPIA BANISHED
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05/06/2006Continua la marcia inarrestabile dei Napalm Death, che da “Scum” in avanti non hanno fatto altro che sfornare capolavori su capolavori di metal estremo. Così anche questo “Utopia Banished”, che segue di un paio d’anni l’osannato “Harmony Corruption”, mantiene costante l’assalto della band inglese, sempre all’insegna di un death metal corrosivo e ferale, ricco di quelle reminescenze grindcore che concorrono a definire un trademark inimitabile. “Discordance”, l’apocalittica intro che apre il disco, è il più azzeccato dei preamboli a quello che a tutti gli effetti sarà un album dalla portata infernale: è un oscuro vagito primordiale che lascia poi il posto ad una “I Abstain” da paura, canzone in pieno Napalm Death style, travolgente e incontenibile. Non da meno la successiva e ancora più veloce “Dementia Access” per non parlare di “Idiosyncratic”: due mazzate di grindcore tritatutto che non lasciano adito a dubbi sulle potenzialità della band. Ma parlare di singoli pezzi in un lavoro così omogeneo e compatto sarebbe sicuramente riduttivo: “Utopia Banished” è un album da ascoltare senza sosta dal primo all’ultimo brano, fino allo sfinimento psicofisico. Perché l’impatto qui raggiunto dal temibile quintetto britannico è un qualcosa di impressionante che annichilisce e insieme conquista l’ascoltatore, grazie a soluzioni tanto spietate, quanto varie e convincenti. Non c’è nulla di fuori luogo nello sfacelo messo in musica dai Napalm Death, un estremismo sonoro che non accetta limiti e che trova la sua massiva espressività ancora una volta nel growling malsano di Greenway, e in una sezione ritmica come al solito disumana.
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