NAHEMAH: THE SECOND PHILOSOPHY
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29/01/2007Difficile imitare gli Opeth. I Nahemah (spagnoli, arrivati al terzo disco) ci provano con “The Second Philosophy”, ma presumo che anche gli sforzi precedenti del quintetto iberico si indirizzino verso la Svezia di Åkerfeldt e soci. Quello che ci troviamo davanti è dunque un platter corposo, dalle moltlepici influenze che vanno dal prog rock al death metal scandinavo ma che non cerca mai di spararla grossa, e non a caso il brano più lungo non supera mai i sette minuti. Se da un lato questa timidezza (indispensabile se non si vuol fare la fine della copia carbone di serie B) punta a favore di Pablo e compagni, dall’altro non si può fare a meno di constatare come i brani, pur brevi e concisi, si rivelino spesso troppo dispersivi, collage incompiuti di brani e pesanti, pesantissime reminescenze Opeth a condire la lunga agonia che rappresenta “The Second Philosophy”. A portare un po’ su il tutto ci pensano giusto un paio di brani, la catchy e ‘banale’ “Change” e l’altrettanto convincente “Phoenix”. Tolti questi due spiragli, il resto è una riproposizione quasi pari pari di quanto fatto dagli Opeth negli ultimi tempi, e a questo punto non vedo perché abbandonare la cattiva strada per quella nuova. Un azzardo, sia per i fan degli Opeth che per chiunque altro.
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