DI’AUL: Garden of Exile
data
27/04/2015Pavia, quattro amici abituati a passare le loro serata ad ascoltare musica pesante e bersi qualche birra decidono di dare il via a un loro progetto musicale. Cosa ne viene fuori?! Qualcosa di estremamente malato, signori. Non sappaimo per quale motivo, ma questi Di’Aul (diavolo, in dialetto lombardo) ci hanno rapito l’anima, vuoi per la loro malsana idea nell’interpretare la parola musica, o più semplicemente perché se ne fregano bellamente di cosa va per la maggiore oggi, ma questo è il risultato. Siamo stati rapiio da 'Garden of Exile', un disco che potrebbe essere parte di una qualsiasi discografia di uno dei malsani side-project di Phil Anselmo per quanto trasuda ignoranza allo stato brado. Un disco che fa del rumore la sua carta vincente, con un cantato che non fa altro che portare all’esasperazione l’ascoltatore attraverso urla malefiche e quel mood cupo, ostile, che solo le produzioni sludge sanno trasmettere. Potremmo parlare di sludge come di southern metal, ma fondamentalmente la sostanza non cambia, i Di’Aul sono i figli legittimi dei Crowbar più incazzosi e dei Down più rumorosi, il tutto grazie anche a una produzione ridotta allo scheletro che offre suoni quanto mai “pessimi”. Pura bestialità, insomma, o meglio, pura formalità per dei musicisti che di sicuro si saranno divertiti un sacco a mettere in piedi questo fantastico disco. Cari metallari vecchia scuola, eccovi servito un prodotto di super nicchia che vi farà godere come pochi.
jeremytoma
27/04/2015, 23:58
l'etichette è la JTC records !!!