MONSTROSITY: RISE TO POWER
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03/01/2004Dopo un doppio cd contenente alcuni pezzi live ed estratti dalla sacra triade "Imperial Doom", "Horror Inifinity" e "Slaves and Masters" tornano a far parlare di sè i floridiani Monstrosity, e lo fanno alla grande partorendo un disco che si pone come la prosecuzione del cammino intrapreso con "In Dark Purity", lasciando un attimo da parte gli elevati tecnicismi del maestoso "Millennium" (Alex Webster li definì ironicamente i Dream Theater del Death Metal) e concentrandosi maggiormente sull'immediatezza, non che "Millennium" non lo fosse ovviamente. Probabilmente più che di una scelta stilistica si è trattata di una vera e propria scelta forzata dalla mancanza del talento e dell'estro compositivo di Jason Morgan (uno dei migliori chitarristi Death di sempre) uscito dal gruppo prima delle registrazioni di "In Dark Purity". Ma a pensarci bene i Monstrosity sono stati un vero e proprio serbatoio di talento, visto che vi è passata gente del calibro di Jason Gobel, Frank Mullen, Mark Van Erp, Jon Rubin e non ultimo George "Corpsegrinder" Fisher. Come fatto intravedere nel doppio cd "Enslaving the Masses" il duo Norman/Hall se la cava più che egregiamente nello svolgere lo sporco lavoro di uccidere l'ascoltatore, ma se nei pezzi dal vivo ne avevamo apprezzato solamente le capacità esecutive, in "Rise To Power" si presentano immediatamente violentando i pick up con un riffing chirurgicamente diretto e preciso alternato alle aperture melodiche derivanti dal buon uso della solistica (mai eccessivamente melodica). "Rise To Power" è in sintesi quello che il Death Metal dovrebbe essere, un lavoro ben composto, ben suonato e sapientemente prodotto, decisamente non adatto a quelle menti pseudo alternative alla continua ricerca di qualcosa di più o meno innovativo, ma dedicato a chi si diverte ancora ad ascoltare i dischi di quella vecchia scuola orgogliosamente all'interno di quelle barriere che non cadranno mai.
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