MASTIPHAL: Parvzya
data
30/06/2011Ormai di cloni dei Dimmu Borgir se ne contano tantissimi. Dalla Polonia arriva questa band non di certo alle prime armi, ma che, nonostante mostri in modo anche eccellente una preparazione davvero forte, non riesce a calibrarla e misurarla al fine di tirar fuori brani più maturi. Brani come "May He Rot In Hell" certo non si dimenticano facilmente in tal contesto. Riff velocissimi e voce cavernosa, la carne messa al fuoco è tantissima, e il troppo stroppia. Fino a "Man Strikes God Falls" non avrete un attimo di respiro, questo è certo; verso la conclusione il disco prende una via differente, le cose cominciano a cambiare, e questo va anche incontro all'orecchio dell'ascoltatore. Una varietà che è un peccato ascoltare tutta alla fine. Spero maturino maggiormente in futuro, intanto promossi, ma con la sufficienza.
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