MANIMAL: THE DARKEST ROOM
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21/06/2009Wow. Inizialmente ero molto scettico nei confronti della proposta dei Manimal, ma appena varcate le porte di questo 'The Darkest Room' mi sono dovuto piacevolmente ricredere. E visti i contenuti non mi meraviglio più del contratto che hanno siglato con la AFM nonostante si tratti del loro album d'esordio. Il quartetto svedese infatti si fa alfiere di un Heavy Metal che unisce sapientemente sacro e profano, che è capace di passare dai padri fondatori Judas Priest a sonorità più moderne come lo US Power, il Prog o il Gothic, che con il Classic Metal hanno ben poco da spartire. Il tutto espresso attraverso una costante atmosfera di velata oscurità e tramite la voce di Samuel Nyman, neonata "sirena" del settore capace di un estensione terrificante e dotato di un timbro piuttosto "comune" ma che dona al tutto il giusto sapore. E buona parte della riuscita di questo combo, composto anche dai fratelli Mentzer alla sessione ritmica e da Henrik Stenroos alle chitarra, sta proprio nelle capacità di questo curioso mix tra Rob Halford (Judas Priest) e Geoff Tate (Queensryche). Difficile citare i brani migliori visto e considerando che gli unici due take che cedono un po’ il "passo" sono gli ultimi due: "Dreamers & Fools" per una del tutto inaspettata attitudine Power che la fa assomigliare ad una certa "Eagle Fly Free" e "The Life We Lived" che esce direttamente da 'Operation: Mindcrime' dei Queensryche. Niente da dire sui sette brani che li precedono, tra i quali personalmente evidenzio "Ordinary Man" e "Spinegrinder", un bel mix di rabbia e potenza sulla cui scia è doveroso costruire la strada verso un futuro che, viste le premesse, non può che essere radioso. Consigliato e stra-consigliato. Più in alto Samuel, più su!!!
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