CHRIS CAFFERY: Faces (& God Damn War)
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24/09/2004In un periodo in cui la Premiata Metallica Ditta SAVATAGE è in fase di riposo meditativo e pro-creativo, i vari membri della stessa si concedono il tempo e lo sfizio di pubblicare i loro progetti solisti. In attesa del Jon Oliva Project, il primo a dare notizie di se è il fenomenale chitarrista Chris Caffery, che dopo anni di collaborazioni svariate e di lavoro al servizio di altre realtà musicali (prima tra tutte quella degli stessi Savatage), esplode in tutta la sua rabbia creativa e si presenta al suo pubblico (ma non solo) con un doppio album 'al prezzo' di uno. Un grande artista come Chris Caffery, seminale per molti altri musicisti, invidiato e corteggiato dalle più grosse band mondiali in ambito rock e metal, non poteva, quindi, deludere a fronte della pubblicazione del suo primo lavoro solista. Nelle sedici tracce che compongono "Faces" troviamo veramente di tutto a livello musicale, a testimoniznza dell'universalità di Chris e del grande -prezioso- bagaglio musicale che si porta dietro. Un album, quindi, molto eterogeneo e profondamente vario nel suo spaziare in migliaia di sonorità. La definizione del genere musicale che trovate in testa alla presente scheda, non deve, perciò, essere presa alla lettera, soprattutto in fase preliminare e quando ancora non si è ascoltato il disco. Chris si propone per la prima volta come cantante (oltre che unico chitarrista) ed il risultato è altrettanto stupefacente quanto la diversità delle canzoni contenute nell'album. La voce di Chris riesce ad adeguarsi meravigliosamente al genere di canzone in cui è calata, variando da violenta e grezza a dolce e melodica, da ruvida e malvagia a pulita e calda. Le composizioni, di non facilissima presa al primo ascolto, passano dall'ultra-heavy al progressivo, allo psichedelico, al blues ed a tratti si toccano anche territori nu metal e crossover. Canzoni veloci e potenti, si alternano a ballate, a brani rock ritmati, a intermezzi riflessivi. E' facile, perciò, desumere come un titolo quale "Faces" sia il più indicato per un album che presenta le mille sfaccettature di un grande compositire ed esecutore...di un grande artista. Per quanto detto e considerando che la fetta più grossa delle esperienze di Chris si chiama Savatage, è facile anche immaginare come in ogni canzone di "Faces" si respiri l'aria della band madre: dall'enorme repertorio di note dei Savatage, dai tanti loro album tutti diversi l'uno dall'altro, dall'esperienza e dallo spirito del maestro Criss Oliva, Chris Caffery ripresenta in una sua personale chiave di lettura, la stupenda impronta che la sua band gli ha impresso nell'animo. Anche nel cantato si può decifrare quanto detto, arrivando a confondere, in taluni frangenti, la voce di Chris con quella malefica del grande 'Mountain King' Jon Oliva, di 15/20 anni fa. A livello di band, Chris ha voluto circondarsi di ottimi musicisti a partire dal compagno di avventure nei Savatage, il drummer Jeff Plate, passando per Paul Morris -grande tastierista già con Rainbow e Doro- e finendo con Dave Z, un bravo giovane bassista, 'raccattato' nella Trans-Siberian Orchestra. Il lavoro della band è ottimo, mai sopra le righe ed indirizzato a dare amalgama ad ogni singola canzone. Ma questo è un aspetto che resta valido anche per il main man della formazione che mai si lascia andare in sfoghi insulsi sul suo strumento, preferendo conferire coerenza ai brani e 'facendo quadrato' sul concetto di canzone. Nel grande numero di canzoni presenti in "Faces" è difficile isolarne qualcuna in particolare, considerando anche il fatto che sono tutte esperessione di una 'faccia' diversa dell'artista. Sicuramente, mi sento di segnalare, però, la title track che risulta essere un brano molto trascinante, cattivo e potente...da brividi insomma! In chiusura di trattazione c'è, anche, da dire che a corredo del disco principale, c'è un bonus CD, "God Damn War" che risulta essere un vero e proprio concept con tematica più che mai attuale: la guerra! Un concept sofferto, quindi, dove i testi sono particolarmente di denunciia, violenti e sentiti; un suono che a tratti si fa più cupo e distruttivo, un atmosfera di sofferenza che rispecchia in tutto e per tutto ciò che il mondo ha iniziato a vivere dopo la strage delle Twin Towers a NY e che, tragicamente, si trova a dover vivere giorno dopo giorno in questa fase della sua storia. Per altre informazioni su Chris Caffery, sul suo progetto solista e su tutto il mondo che gli gravita attorno (o in cui lo stesso Chris gravita), consiglio di andarvi a leggere l'intervista che l'artista ha rilasciato ai microfoni di Hardsounds e che trovate su questo stesso magazine, nell'apposita sezione.
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