LYFTHRASYR: The Engineered Flesh
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09/12/2013Nel precedente album 'The Recent Foresight', il tentativo da parte della band tedesca di portare il suono ad un livello superiore in termini di modernità era evidente, ma forse era ancora presto, o poco messo a fuoco. Oggi con precisione chirurgica, a sei anni esatti di distanza, esce il nuovo disco e stavolta la band sembra aver capito tutto. Definirli come symphonic black metal act è quantomeno riduttivo; qui la faccenda è più delicata, e ve ne accorgerete già dall’opener "The New Era Of Immortality", dove suoni elettronici e ritmati ai limiti della Techno music, vi faranno subito pensare a male. Ma basta avere qualche secondo di pazienza e sarete investiti da un miscela estrema di prim’ordine, a metà strada tra l’efferatezza dei Behemoth ("Preserved Identity") e la distruttiva pomposità dei Fleshgod Apocalypse ("Evolution"). 'The Engineered Flesh' è un disco di extreme symphonic black metal disorientante, che va oltre i Dimmu Borgir, strizzando l'occhio ai Fear Factory, soprattutto considerando le parti di synth ai limiti del cyber goth che spesso, anche se per pochi frangenti, irrompono tra una sfuriata e l’altra o si intersecano ambigue con le parti di tastiera più melodiche. Un brano come "Wisdom In The Loop" dovrebbe far ribrezzo, considerando le forti partiture cyber e techno, ed invece rimaniamo incollati all’ascolto di questo spiazzante quanto coinvolgente ibrido dove death metal, symphonic black e pattern industrial, si scontrano mostrando tutti i loro punti di forza. La conclusiva "Life Overdose" rallenta i tempi, concentrando nei suoi sette minuti tutti gli elementi finora citati e soffermandosi maggiormente sulle componenti sinfoniche e gotiche, marchi di fabbrica tipici della scena tedesca.
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