LOVEX: DIVINE INSANITY
data
07/07/2006Usciti allo scoperto in un contenuto clamore dalle oramai fervide lande finniche, i Lovex gettano sul mercato, nel 2006 in corso, uno degli episodi stilisticamente più interessanti dell'intera annata, un disco che merita indubbiamente una dovuta dose di attenzione per la peculiarità insita nella musica in esso contenuta. La band nordeuropea, infatti, ci presenta in "Divine Insanity" un inedito concentrato dove goth melodico, lontani echi alla Wig Wam e leggere influenze alla The Rasmus si fondono in un tutt'uno, amalgama che dà vita ad un risultato difficilmente immaginabile ma incredibilmente affascinante, sia per quanto concerne le melodie trattate che per l'attitudine artistica della proposta. Il cd è composto da undici tracce facilmente assimilabili e dal buon tiro commerciale, le quali sapranno senza dubbio far breccia all'interno di una buona schiera di fans al seguito di Ville Valo e soci, il tutto senza comunque escludere gli amanti delle sonorità rock melodiche in genere (anche se contraddistinte comunque da un piglio indubbiamente moderno), i quali potrebbero venire catturati dalla nostalgica malinconia profusa dai vari brani. Tale elemento viene inoltre enfatizzato a dovere da un attento lavoro di produzione, capace di valorizzare al meglio con intelligenti inserti elettronici e tastieristici le songs più dirette del lotto, improntate comunque sulla marcata presenza dei corposi tessuti di chitarre. L'album si apre grazie alla solida "Bullet For The Pain", entrando già nel vivo tramite l'ammaliante incedere di tracce quali "Guardian Angel" e "Bleeding", quest'ultima particolarmente vicina, unitamente alla successiva "Wounds", al sound degli Him dei tempi d'oro. La zona ballad del disco viene ben rappresentata grazie alle soffuse "Remorse" e "On The Sidelines", mentre la chiusura è affidata al breve outro acustico "Sleeptight", un episodio posto in calce per ricalcare nel migliore dei modi i cliché tipici del genere in questione. In conclusione "Divine Insanity" è quindi un album che merita indubbiamente tutte le attenzioni del caso da parte degli aficionados delle sonorità tristemente melodiche, rappresentando un'uscita di interessante spessore artistico che incontrerà senza dubbio tutta la loro approvazione. Un'uscita che riallegrerà soprattutto la schiera dei delusi dal recente "Dark Light", descritto da molti come una delle più cocenti (e recenti) delusioni nel campo del goth melodico e commerciale.
Commenti