LA BIBLIOTECA DESERTA: TRAVELLING WITHOUT GRAVITY
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21/06/2010Tutto funziona a meraviglia in "Travelling Without Gravity". Tutto tranne l'originalità. Eccellente la resa sonora, gratificanti le interpellanze grafiche, di sicurezza l'esecuzione, di grande respiro le emozioni, ma se un suo brano finisse in una compilation senza titoli in molti penserebbero ai Mogwai, magari ai Sigur Ros, forse ai Coldplay. Rifuggendo dal contesto, però, si rischia di annullare l'enorme sforzo su cui si fonda il mondo de La Biblioteca Deserta, gruppo pugliese all'esordio ed autore di un post rock strumentale si fortemente derivativo, ma senza dubbio alcuno dal potente impatto emotivo e visionario. Si, perchè il disco va inteso necessariamente di pari passi con il concetto teorico che sta dietro alle note, ossia il viaggio tra le stelle, o quanto meno l'idea dello stesso. Da qui nasce l'associazione musica-immagine, ed ogni brano, ogni suo sostrato melodico finisce giocoforza per rappresentare una foto, una scena girata nelle propria testa, il ricordo di un sogno, una visione puramente immaginifica. "Travelling Without Gravity" è tutto questo e molto altro data la soggettività delle emozioni, e seppur in alcuni momenti prolisso e dilatato forzatamente è certo in grado di scuotere l'anima di chiunque si presti ad ascoltarlo. Non che sia un assoluto, ma infilando la testa in questa sensazionale quanto introspettiva corsa verso l'alto - verso ciò che crediamo possa darci speranza e migliorarci - sarà difficile, prevalenza di pregiudizio a parte, non essere investiti dagli umori e dai colori che le composizioni sprigionano. Bisogna lasciarsi andare, farsi trasportare, ammirare il potere delle stelle e dei pianeti, le galassie sterminate, l'immensità, l'infinita profondità dell'universo prima di ritornare verso casa. O forse non tornare più. Ed io prima di intraprendere il viaggio di ritorno un pensiero per restare lo sto facendo. Che faccio, vi aspetto?
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