KILL THE UNICORN: Prism
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13/02/2018Metalcore e sperimentazioni che volgono lo sguardo alla musica a 360° per gli svizzeri Kill The Unicorn e la loro prima creatura in studio. Gli artisti in questione partono da una base di suoni estremi che guardano alla scuola core, ma anche al thrash, all’industrial e al nu-metal, con una produzione che pone l’accento però poi non solo sulla classica potenza e sfrontatezza di questi filoni. Non a caso, infatti, svettano momenti di audacia sonora che sfiorano il jazz, il progressive, il tutto in totale libertà. Potremmo usare il termine avanguardismo, ma è chiaro come al di là di classificazioni giornalistiche, il talento e la personalità dei musicisti sia incontestabile. La componente core può dare fastidio a chi non ama tali suoni, ma è innegabile come i Kill The Unicorn facciano musica in libertà, proponendo armonie sofisticate e cambi di tempo cacofonici ed inaspettati. Non possiamo al medesimo tempo dire che vi sia una destruttura fine a sè stessa nel full-length, perché seppur richiedendo attenzione, tutto pare collegato e mai fine a se stesso. Nessun virtuosismo che ecceda certi limiti, insomma, quel senso di autocompiacimento che a volte infastidisce l’ascoltatore più sensibile qui non si vede. Sfumature di generi più disparati, tanta aggressività e poi quella vena di follia che ci stuzzica e che può attirare l’attenzione sia dei palati piàù raffinati sia di chi non ama il tecnicismo esasperato. L’unico limite pensiamo sia legato ai toni ed al cantato che possono risultare indigesti a chi ama l’old school. Una marea di colori ci vengono rovesciati addosso, trasformandoci in un vortice di adrenalina e vitalità a nostra volta. 'Prism' è la faccia che riflette una luce dapprima incolore, poi sfaccettata quante sono le facce delle nostre emozioni, e di questi artisti il cui nome dobbiamo ricordare anche per il futuro: Kill The Unicorn, avanti così.
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