IOMMI/HUGHES: FUSED
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12/08/2005Mi sono spesso chiesto perchè Tony Iommi continuasse a perdere tempo in una reunion della line up originaria dei Black Sabbath incapace di ricreare la magia del passato e schiavo di un Ozzy Osbourne ormai bollito, anziche avvalersi dei servigi di uno dei migliori singer di tutti i tempi (Mr. Glenn Hughes ex Deep Purple/Trapeze) col quale aveva dato alla luce un disco storico come "Seventh Star". La pubblicazione un anno fa di "The Dep Sessions" (traduzione su cd di incisioni risalenti al 1996 della coppia Iommi/Hughes fino ad allora circolate solo come bootleg) e gli ottimi responsi di critica e pubblico ottenuti, devono aver fatto capire alla mente dei Black Sabbath che la collaborazione con Hughes era la via giusta da seguire dal punto di vista artistico. Si arriva così a "Fused" frutto della nuova collaborazione tra queste due icone del rock dei seventies ed è di nuovo pura magia: alla faccia dell' età non più verdissima questi vecchietti sfornano un disco che dà la birra per potenza sonora e vena creativa a molte giovani leve ben più reclamizzate; già dall' iniziale "Dopamine" dall' incipit "quasi nu metal", ma pregna di classicità seventies, vengono messe le carte in tavola: Iommi tesse autentiche cattedrali metalliche sulle quali la voce di Hughes si arrampica in maniera selvaggia e questo schema viene esaltato nella maestosa "Wasted Again" in cui "the voice of rock" tocca il cielo con acuti lancinanti. "Saviour Of The Real" e "Deep Inside A Shell" sono sorrette dal riferrama possente e devastante di Iommi, ma Hughes riesce sempre a rendere aggraziati anche gli spigoli più metallici del sound proposto: è quello che accade in "Grace" dove potenza e melodia eterea si fondono senza forzature. In una track list ricchissima di spunti meritano citazione anche l' oscura "The Spell" ma soprattutto la lunghissima "I Go Insane" vero capolavoro del disco, una canzone dal gusto progressivo che sembra un misto tra Black Sabbath e Trapeze. In tutto il cd a dominare è la chitarra devastante di Tony Iommi, che si muove con la grazia di un elefante in una cristalleria in pieno stile Black Sabbath, ma la voce di Hughes dona al tutto una dimensione ulteriore, grazie alla capacità di tessere melodie stupende anche sul riff più arcigno. La speranza è che questo "Fused" sia l'inizio di una collaborazione duratura e continua tra i due, dischi come questo dimostrano come i grandi musicisti hanno sempre da insegnare e che il pubblico avrà sempre bisogno di un altro disco del duo Iommi/Hughes.
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