INFERNAL POETRY: Paraphiliac
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15/01/2013Il 2012 è stato prolifico per la sub-label della Scarlet Records: Valkiria, Cadaveria, Gory Blister, Lahmia e Malnàtt giusto per citarne alcuni. Anche questo nuovo anno comincia alla grande col ritorno dei deathsters anconetani, e stavolta la sfida non è delle più facili da vincere. Non è la prima volta che, tralasciando 'Not Light But Rather Visible Darkness', il quintetto va incontro ad un territorio così gremito di pericoli. Il concept sulla parafilia è abbastanza ostico e si può cadere facilmente nel ridicolo. Per fortuna che il dosaggio dei nuovi brani, nove più intro, hanno lasciato ben sperare sin dalla preview dataci in pasto su youtube tempo fa. Giusto un po' di perplessità sulla presenza di "The Miss-Treated", ma è chiaro come sia stata scritta e inserita nel disco proprio per rompere la densa atmosfera creatasi. A farci pensare che 'Paraphiliac' sia il logico successore dei due precedenti album ci pensano gli elementi stilistici quasi simili ("Hypertrophic Jellyfish" ha lo stesso sapore di "Drive-Gig Drive-Gig", e addirittura della titletrack del precedente disco), pur aprendosi a nuove strade melodiche talvolta dissonanti, e molte volte (e per fortuna) anche parecchio brutali come nella traccia di chiusura. Non mancano gli episodi più "classici" come "Stumps", o composizioni dotate di intermezzi densi di novità, e "The Copy-Paste Syndrome" è una di queste. A questo punto possiamo affermare la piena riuscita del concept visto che sotto ogni aspetto gli Infernal Poetry riescono a disegnare in musica la natura malata di ciò che palesemente la parafilia espone. Anche il genere di per sé aiuta ad avvicinarsi sempre più al traguardo: break improvvisi e ottimi slanci dei due chitarristi sui pattern di batteria a volte scarni, altre volte pieni di groove di Alessandro. Non possiamo dire che sia il loro miglior disco. Siamo davanti ad un nuovo capitolo che aggiunge novità da scovare man mano con gli ascolti.
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