IN CRUCEM AGERE: Calling The Void
data
27/12/2021'Calling The Void' è la terza fatica in studio partorita dalle morbose menti di Syknatt e Þ., il duo austriaco che si cela dietro la creatura che prende il nome di In Crucem Agere. I nostri sono dediti ad un black metal dalle caratteristiche se non originali, quantomeno peculiari all'interno dell'inflazionato genere che propongono. Accanto alle sonorità più claustrofobiche e asfissianti tipiche del black metal troviamo influenze doom, come nella introduttiva "The Gods Sent No Sign" che si introduce con ritmi lenti che trasmettono un senso di annichilimento e di disperazione che sono gli ingredienti base della musica degli In Crucem Agere. I momenti di puro nichilismo sonoro che scandagliano i più oscuri recessi dell'animo umano che giace in una condizione di resa incondizionata dinanzi al "Vuoto" celebrato in questo disco ben si sposano con i riff più belluini che stridono in un caos di dissonanze progressive alla Deathspell Omega. "The Bicameral Mind" rappresenta più degli altri brani quella tensione verso l'avant-garde che rende questo disco un'opera "astratta" dai forti elementi progressivi, capace di spiazzare l'ascoltatore con una successione di riff incisivi e repentini cambi di tempo. In questo mare nero in cui naviga l'umana stirpe non c'è speranza di intravedere uno spiraglio di redenzione salvifica e i nostri si fanno ortodossi esponenti di una dottrina misantropica capace di tradurre in musica l'esasperazione di una intera umanità schiacciata e succube di un'epoca malata. Le atmosfere ammorbanti sono rese ancor più sinistre da azzeccati fraseggi melodici che emanano bagliori accecanti in questa notte senza fine, come in "A Descent Into The Maelstrom" o "Eosos Nova". Un album che ha il coraggio di guardare nell'abisso, dotato di forte attualità, figlio malato di un'epoca malata.
Commenti