IMMORTAL: DAMNED IN BLACK
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22/04/2004E' il consueto intro inquietante ad aprire il disco, e subito un triggeratissimo rullante ci fa capire come la musica sia molto cambiata in casa Immortal: suoni perfetti, precisissimi, una batteria talmente precisa e triggerata da sembrare quasi finta, e in generale una musica completamente diversa da quanto proposto finora. Se i suoni di chitarra sono come al solito glaciali e penetranti, lo stesso non si può dire della formula adottata dai nostri in questo lavoro: siamo infatti di fronte a un thrash/death compatto, moderno e molto melodico, giocato tutto su refrain semplici e su melodie chitarristiche ficcanti ma fin troppo accentuate. L'unico ricordo del passato sembra lo screaming di Abbath, feroce e perfetto come sempre, ma rispetto anche al precedente "At the Heart of Winter" gli Immortal sono irriconoscibili: l'epicità è del tutto persa, la malignità anche, è rimasta solo una buona attitudine spaccatutto e decisamente catchy, giocata su canzoni semplici e d'effetto che però alla lunga deludono, in quanto prive del mordente e del coinvolgimento spirituale dei precedenti lavori di Abbath & co. A momenti si rasenta addirittura il power metal "deathizzato" degli ultimi Children Of Bodom, ma quello che manca sul serio al disco è l'anima. Si ha l'impressione di trovarsi di fronte a riff pre-costruiti, formule ovvie e messe lì perché "ci stanno bene". Più in generale, le glaciali emozioni trademark degli Immortal sono svanite e hanno lasciato il posto a una musica scarna, essenziale e volutamente d'impatto, che senza dubbio non annoia ma non riesce nemmeno a coinvolgere. Ciò non toglie che nel disco le buone idee ci siano, e la ritmica di Abbath è sempre notevole e particolarissima. Non mancano ottimi momenti come "Triumph", che risulta l'unica canzone davvero convincente del lotto, o anche la particolare "In Our Mystic Visions Blest", dall'indiavolato riffing iniziale. Purtroppo la perizia e la classe degli Immortal non riescono a farci dimenticare che questo è sì un disco da sufficienza, ma certo ben al di sotto dell'eccellenza sempre perseguita e conquistata dai nostri. La musica è troppo semplice, troppo ovvia e troppo volutamente easy listening per una band che ha sempre e comunque voluto seguire strade personali in nome di uno stile unico e assolutamente inimitabile. 'Damned in Black' è il classico "passo falso", a cui, come per il precedente "Blizzard Beasts", i nostri non tarderanno a porre rimedio, e fortunatamente direi, perché di dischi come questo ne sono usciti davvero tanti, e per una band del calibro degli Immortal un 6 in pagella è molto, molto peggio di un'insufficienza.
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