HELLBOUND: THE GREAT TRIP
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05/07/2007Quarta uscita discografica per gli Hellbound, che dopo tre mini cd pubblicano finalmente un full length sotto la bandiera della Cimitero Records, label negli ultimi mesi davvero attiva sia con releases italiane che estere. Il quartetto, che vede una ragazza impegnata dietro il microfono, propone una curiosa miscela di crossover/nu metal (alla Guano Apes per intenderci, ma prendete il paragone abbastanza alla larga) e metal classico; è infatti difficile non notare le influenze più heavy in molti dei brani, a partire dal refrain della title track, quasi power metal, per passare a “Hypocrisy”, forse il brano più riuscito che unisce influenze moderne a stacchi più thrash, combinandoli con una robusta iniezione di metal svedese. I ragazzi ci sanno fare abbastanza sia quando si tratta di pestare che quando c’è il bisogno di ammorbidirsi (bella l’acustica conclusiva di “Day By Day”, tra l’altro molto tribal jam come impostazione), e se forse c’è qualche filler di troppo che pare la malacopia dei brani precedenti, è palese che ci si trova davanti a musicisti con esperienza, che sanno cosa vuol dire scrivere un brano ed arrangiarlo. Peccato per la produzione, poco più che amatoriale (pecca che ho notato come costante delle uscite Cimitero Records… label policy? Spero proprio di no), che fa scendere di qualche punto la valutazione complessiva.
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