HANGFACE: FREAK SHOW
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15/07/2005"Freak Show" dei norvegesi Hangface nasce sotto l'ala protettrice di Eddie Kramer (Kiss, Hendrix, mica pizza e fichi), il che è garanzia di qualità. In effetti il disco si presenta bene, artwork curato, immagini inquietanti in copertina e sul retro, produzione molto buona. Bene. Dimenticatevi subito la provenienza della band, non c'è assolutamente nulla di scandinavo nelle sonorità dei cinque nordici; piuttosto viene automatico il richiamo al Grunge, o all'Hard Rock dei Velvet Revolver, o ancora (in alcuni riff) addirittura ai Metallica del "Black Album". L'opener "Cancel Me" è quanto di meglio si poteva scegliere per aprire un disco: potente e trascinante a tratti, più ipnotica in altri punti, porta alla luce le buone qualità della band; e la successiva title-track non delude le aspettative, alternando ancora momenti soft a improvvise, graffianti impennate. La voce di Bjornar Flaa è calda ed espressiva (soprattutto sulle tonalità basse), e fino a questo momento tutto fila a meraviglia. Non male anche "Down", cover degli Stone Temple Pilots, capisaldi del genere. Ma da qui in poi iniziano i problemi. Per sei tracce, e dico sei, gli Hangface sembrano perdere grinta, idee e freschezza, scadendo in una banalità disarmante e rischiando più di una volta di farmi premere il tasto skip. Pezzi come "Northern Lights", " Who's Laughing Now" o "Today", si segnalano solo per la piattezza che esalano; la band non suona male, ma non riesce mai a coinvolgere. Per fortuna, dopo tutto questo, arriva "It Could Be You", brano atipico e interessante, che contribuisce a riportare l'album su un livello più che buono; poi, inaspettatamente, è tutto un crescendo, che passa per l'energica "Move On", la bella "Please" e la conclusiva "Sorry", vera e propria perla di questo lavoro.
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