funeral: as the light does the shadow
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20/09/2008Riecco i depressi Funeral a due anni di uscita del loro album 'From This Wounds' del quale questo nuovo 'ASTSTS' riprende atmosfere e sonorità, ampliandone il concept. Ormai trovata una formula sonora più o meno stabile nel panorama musical del doom melodico, il gruppo ha saputo sviluppare tale formula non affossandola a cliché standard già sentiti centinaia di volte (con i Saturnus ai tempi di 'Paradise Belongs To You') ma rielaborandola ogni volta. In questo caso ci troviamo di fronte a doom metal lentissimo e triste nell'incedere, con la voce tormentata e sussurrata di Frode Forsmo a raccontare le storie dell'album e le chitarre che svolgono un egregio lavoro sia nell'arpeggio che nelle ritmiche proprie, con un sound veramente catacombale. L'utilizzo delle tastiere, affidato al session Jon Borgerud, è veramente azzeccato, mai invadente ma terribilmente importante nella resa finale delle atmosfere delle canzoni. Tutto ciò comunque non è che sia la formula algebrica esatta per comporre un killer album, anche perché anche fra gli estimatori di tale stile ogni tanto si farà viva una certa noia e sonnolenza, ascoltando l'incedere lento e costante delle dieci canzoni dell'album, viste le poche accelerazioni presenti o i cambi di tonalità. Nota significativa delle varie influenze e gusti musicali dei componenti del gruppo, Robert Lowe (Candlemass, Solitude Aeturnus) è presente come ospite alla voce in "In The Fathoms Of Wit And Reason", che neanche a farlo apposta si candida come uno dei pezzi migliori del lotto.
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