FROZEN LAND: Frozen Land
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02/12/2018Piccoli Stratovarius all'opera. La recensione dell'esordio discografico dei Frozen Land potrebbe iniziare proprio così. Dopo nemmeno due anni dalla loro costituzione, questa band guarda caso finlandese (di Tampere per l'esattezza), hanno la possibilità di realizzare il loro cd d'esordio, ma anzichè sfruttare l'occasione per produrre qualcosa che riesca a suscitare attenzione nei loro confronti tentando la via della personalizzazione del sound, si accontentano di saccheggiare quanto realizzato dalla band dell'ex leader Timo Tolkki senza alcun ritegno, soprattutto nei lavori come 'Dreamspace', "4th Dimension", "Destiny", "Vision", quelli appunto in cui Timo aveva raggiunto il suo top artistico. Chiaramente di ritmiche serrate, guitar solo al fulmicotone ne troverete a bizzeffe, di tastiere usate anche a mo' di clavicembalo altrettanto, ma questo non si rivela altro che una fedele riproposizione di quanto mostrato nella prima metà degli anni '90 nonsostante la buona preparazione strumentale messa in mostra da Tuomas Hivornen e soci, mentre il cantato dell'italico Tony Meloni non riesce proprio a scaldare i cuori. Se si considerano le scopiazzature degli Stratovarius quantomeno ascoltabili i Frozen Land realizzano una figura barbina quando tentano di cimentarsi con il mid tempo epico, in "Unsung Heroes" possiamo trovare un chorus happy metal talmente ridicolo da affossare quanto di buono lasciava trasparire la strofa, mentre la ballad "I Would" fa uso dei soliti schemi triti e ritriti che certamente non apportano alcun valore aggiunto alle sorti di questa release, la cui bella copertina e una buona produzione (mastering avvenuto neagli arcinoti Finnxox Studios) non riescono a salvare questo esordio da un giudizio mediocre, se non negativo.
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