EXTREME: Extreme
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14/04/2010La fine degli anni ottanta vede l’esordio discografico di una band di Boston, composta da un quartetto di musicisti dediti ad un hard rock che occhieggia all’imperante hair metal, e che non disdegna anche soluzioni più pop-rock. Gli Extreme più noti nell’immediato futuro per la loro particolare commistione tra hard rock e funky, qui presentano già in nuce tutte le caratteristiche che li renderanno celebri: melodie accattivanti, cori che guardano alla tradizione Queen, e un impressionante lavoro alla chitarra degno del più funambolico Van Halen. Se la voce di Gary Cherone è sin da questo esordio da Rock and Roll Hall of Fame, il talento del polistrumentista originario delle Azzorre Nuno Bettencourt è forse l’elemento più impressionante che balza al primo ascolto delle undici tracce: un Van Halen in salsa Brian May che sa sposare una tecnica chitarristica (e tastieristica), ad un gusto per la melodia e in genere per la forma-canzone che gli permette di non essere stucchevolmente esibizionista, il tutto unito al suo talento come cantante. Gli Extreme, senza nulla togliere agli altri due componenti, poggiano sul valore indiscusso, anche come autori, della coppia Cherone-Bettencourt che, non di rado, si dedica a duetti canori destinati a scalare le classifiche internazionali: nasce così "Watching, Waiting", sorta di "More Than Words" ante-litteram. Se "Mutha (Don't Wanna Go To School Today)" inizia, similmente a quanto farà "He-Man Woman Hater" di 'Pornograffitti', col fuorilegio di note alla chitarra di Bettencourt, "Rock A Bye Bye" è una succosa anticipazione di quanto l’influenza Queen sarà fondamentale nel bellissimo concept di 'III Sides To Every Story'. Parlando della band di Mercury non si può dimenticare il lavoro svolto dietro la consolle di 'Extreme' di Reinhold Mack, producer noto per la sua lunga collaborazione non solo con i Queen, ma con i progetti solisti dei singoli componenti della band. L’intrecciarsi delle voci di cantante, chitarrista e bassista sono forse l’unico esempio nella storia del rock accostabile a quello ben più celebre di Mercury-May-Taylor (ascoltate come si conclude "Teacher's Pet" e poi ditemi se esagero), e proprio il lavoro di Mack sulla già citata "Rock A Bye Bye" esalta l’impegno infuso dal gruppo sui cori e le orchestrazioni. La canzone appena menzionata presenta inoltre un coup de théâtre tipico delle grandi rock bands: un sintetizzatore squarcia la canzone nel mezzo e fa da tappeto sonoro ad un lungo solo che suggella la traccia, e che dimostra quanto Bettencourt abbia fatto sua la metodicità, la malinconia e il pathos di un grande della storia del rock quale mister Brian May. Chapeau.
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