ENTER SHIKARI: A Flash Flood of Colour
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02/03/2012Grand disco quello prodotto dalla band dello Hertfordshire, decisamente ancora più matura rispetto al precedente 'Common Dreads' del 2009, più commerciale sulle armonie, meno esasperato come in passato su quel che riguarda la loro tendenza al metalcore. Hanno dei momenti tuttavia tipicamente duri alla The Devil Wears Prada frammisti alle melodie dei 30 Seconds To Mars, pur mantenendo un'identità stabile e poco propensa alle mode più bieche. Non si può rimanere immobili o apatici di fronte a quanto propongo questi tre baldi giovani, gli accenni metalcore si sposano perfettamente con le contaminazioni trance, qui utilizzate più che sapientemente. Anche gli innesti dance all'interno di riff pesanti downtuned sono grandiosi; "Arguing With Thermometers", il secondo singolo, è un esempio eclatante della grandiosità mista a follia di quanto contenuto in questo disco, doppia cassa con riff monolitico che sfocia prima in un dubstep quasi a richiamo degli anni '80 per poi contaminizzarsi nella trance nei bridge, capolavoro unico (da gustare pure il relativo video! Il paradosso (diciamolo pure che questa band è un geniale paradosso) lo si raggiunge con brani come "Stalemate" che, dopo uno schiaffo sonoro rieservato ai primi quattro pezzi dell'album, ci fa entrare con una tenera chitarra classica in un mondo ovattato e gentile, una ballad sregolata, ma al contempo geniale. Torniamo alla trance con "Gandhi Mate, Gandhi", altra sberla ben assestata sapientemente, viene veramente voglia di rompere qualsiasi barriera sonora e preconcetto e lasciarsi andare al possente ritmo che questi ragazzi sanno creare. Inutile dilungarsi nel descrivere ogni singolo pezzo, in pratica non ce n'è uno brutto, e ogni brano ha storia fa storia a sè e si gode come matti, ammesso che si sia aperti a livello mentale e maturi abbastanza per questo orgasmo musicale.
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