ENDORPHINE: THE FUTURE SEED
data
30/09/2004Gli Endorphine sono una band napoletana, nata nel 1998 e con due demo all'attivo; "The Future Seed", edito per la Cruna Records, è il loro primo full lenght album. Supportato da una produzione di notevole spessore, il debutto dei Partenopei, con i suoi cinquanta minuti di musica sofferta e coinvolgente, si rivela un prodotto davvero valido, che mette in evidenaza, oltre alla buona vena creativa, una capacità tecnica non indifferente. I primi complimenti per questo lavoro vanno infatti al singer Luka, protagonista di una performance di alto livello, grazie anche a quella sua capacità di passare con sorprendente naturalezza da un growling sudicio ai toni più pacati: una grande prova interpretativa. Analizzando il lato più propriamente musicale della proposta degli Endorphine, ci troviamo di fronte ad un thrash metal moderno e raffinato, parente, se vogliamo, di quello suonato oltre oceano dai Nevermore. Ma non solo: altre influenze vanno infatti a costituire l'Endorphine sound, a partire dal death più melodico di scuola scandinava fino ad arrivare a quelle atmosfere oscure e decadenti che hanno fatto grandi gli album degli Opeth. L'intro "Self Portrait" porta alla funerea "One Day" che mette subito in risalto la personalità del gruppo campano, ma è con "Makin' Me Bad" che la classe emerge in modo ancor maggiore, grazie ad un brano dalle mille atmosfere ed alle vivaci linee melodiche pennellate dalle chitarre di Maddalena e Alessandro. "My Breath Away" è un altro pezzo da tenere in forte considerazione: gli Endorphine fanno propria la lezione impartita dall'affermata coppia Akerfeldt-Lindgren e forgiano un piccolo gioiello di metal cupo e struggente, in cui il grigio scenario delineato dal tappeto musicale si colora della calda voce di Luka. Un brano davvero coinvolgente. E come se non bastasse, a fare di questo "The Future Seed" un debutto di tutto rispetto, ci sono anche la corrosiva "A New Yourself", la tormentata "Unleashed Godmind" e la conclusiva title track. Non sottovalutate questo lavoro per il semplice fatto che gli Endorphine sono italiani e date loro l'ascolto che si meritano: non ve ne pentirete.
Commenti