DARK FUNERAL: ATTERA TOTUS SANCTUS
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02/11/2005Si rifanno vivi i ‘kings of ineffable darkness’ svedesi dopo tanto strombazzar di trombe (tra cui la simpatica storiella del fan sgozzapreti cileno) e a distanza di quattro anni dal grandioso “Diabolis Interium”, platter che li marcava il passo in avanti compiuto da Ahriman e Caligula, complici un songwriting di altissimo livello e la presenza dietro le pelli del longilineo Matte Modin, già percuotitore dei Defleshed e uno dei drummer più precisi e veloci attualmente in circolazione. “Attera Totus Sanctus” stilisticamente non si discosta di una virgola da quanto fatto in precedenza, e non vedo neanche di cosa dovremmo lamentarci; le dichiarazioni della band, prima dell’uscita del disco, preannunciavano qualche sorpresa, ma l’unica ‘sopresa’, se così si può chiamare, è qualche riff e ritornello vagamente più melodico (dove per melodico intendo facilmente memorizzabile nonostante sia suonato a 250 di metronomo coi riff a tremolo. Si vedano l’opener “King Antichrist”, “666 Voices Inside” e la title-track) e una feralità generale molto più accentuata, merito di una produzione meno contenuta che in “Diabolis” ma sempre di altissimo livello. I Dark Funeral si confermano band di classe anche nei brani più lenti e sulfurei, si veda “Atrum Regina”, diretta discendente di “Goddess Of Sodomy”. Un ritorno che farà felici tutti i fan del quartetto svedese, e che appassionerà i piccoli black metallari in erba che fino a ieri ascoltavano i Tiromancino. Se invece siete di quelli che non sopportano la band (criticando magari il fatto che Lord Ahriman ha la panza e non fa nulla per nasconderlo), giratene alla larga, e siamo tutti contenti.
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