END REIGN : The Way Of All Flesh

Gli End Reign sono una band al debutto, anche se annovera membri provenienti da altre band di spessore del genere (Pig Destroyer, Misery Index, Exhumed). L’album comincia con il mid tempo di “Desolate Fog”, brano assai death metal modello Scandinavia dei primi anni ’90. Le tematiche affrontate riguardano il contrasto tra mondi, realtà e stati opposti (“The Hunger” e “Death Comes Crawling”, ad esempio): vivi e morti, paradiso e inferno, passato e futuro. Queste sono sostanzialmente le credenziali che leggo dalla presentazione del disco, aggiungendo pure Away dei Voivod, come collaboratore grafico alla foderina del disco. Per il resto, siamo al revival trito e ritrito di 30/35 anni fa, includendo nella bio, tra le influenze, anche l’hardcore del quale non ho ravvisato traccia e scomodando gli Slayer, con cui hanno ben poco a che fare, considerando che stiamo parlando di una band inarrivabile, anzi DELLA band per eccellenza, in ambito musica estrema. Per cui solo “Chaos Masked As Order” può essere riconducibile alla colossale band americana, per altro del periodo anni ‘90. Sostanzialmente il disco risulta stantio e ripetitivo: ho potuto apprezzare solo alcune tracce, tra cui “Divine Absymal End”, brano con un tappeto di doppia cassa notevole, fatto di riff pesanti e diretti e qualche rallentamento repentino; tutto uno stop and go che lascia senza fiato. E poi “Serpent Messiah”, brano riconducibile ai Death più tecnici (epoca ‘Human’ e ‘Individual Thought Patterns’). Il punto è che in questo disco e il riciclaggio lo fa da padrone, al di là della consueta buona produzione e maestria strumentistica.