ELVENKING: TWO TRAGEDY POETS
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03/12/2008Dopo il tanto vociferare della stampa, perché se ne sentiva parlare già da tempo, alla fine gli Elvenking si sono decisi e hanno dato alle stampe il loro primo album acustico intitolato 'Two Tragedy Poets…And A Caravan Of Weird Figures' (titolo che ho abbreviato in testa alla recensione per ovvi motivi di praticità). Una scelta più che mai curiosa se si pensa che il loro ultimo album, 'The Scythe', è il più aggressivo della loro carriera, caratterizzato da tematiche forti e da sonorità death-oriented in pieno contrasto con l'attitudine folk prettamente melodica di questo album. I nostri si fanno trovare preparati a questa nuova esperienza, tessendo gli arrangiamenti nel modo più dettagliato possibile e sfruttando le potenzialità di un Damnagoras particolarmente ispirato che si cala al meglio nella parte ed interpreta con sentito trasporto i brani del lotto. Aydan poi al momento giusto abbandona l'acustica per dare maggior corpo ai brani grazie alla sua fidata chitarra elettrica. Nasce così l'ottima "Another Awful Hobs Tales", brano multicolore posto in apertura e trainato da un eccellente refrain, e l'adrenalinica "Not My Final Song". I take acustici hanno comunque il loro peso, come il singolo "From Blood To Stone" e le piacevoli versioni acustiche di "The Wanderer" e "The Winter Wake", con quest'ultima che risulta persino migliore dell'originale. Standing ovation per la divertente cover di "Heaven Is A Place On Earth", brano che riuscirà a farsi ricordare senza troppa fatica. I rimanenti pezzi non scatenano però troppo entusiasmo, trainati solo dall'ottima prestazione vocale di Damna. Una nuova via per gli Elveking che, dopo essersi affermati sulla scena europea con la propria proposta, varcano nuovi lidi e sperimentano nuove soluzioni. Un lavoro dedicato agli appassionati del folk in generale e a coloro che avevano apprezzato l'album d'esordio 'Heathenreel'.
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