ELVENKING: Secrets Of The Magic Grimoire
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29/11/2017L'uscita di 'Secrets Of The Magic Grimoire' avviene in concomitanza con il ventesimo anno di carriera, ed è una sorta di 'prova del nove' (dato che questo è anche il loro nono lavoro), dopo un episodio che aveva suscitato entusiastici consensi come 'The Pagan Manifesto', per cui le aspettative sulla band friulana che mai ha registrato significative battute d'arresto erano veramente altissime. Ma sin dalle note di "Invoking The Woodland Spirit", un'esplosione di power metal abbellito da contorni epico/paganeggianti si comprende che Damna e compagnia non hanno smarrito un'oncia del proprio talento, e con un singolo quale "Daugen's Maelstrom", esaltante nella capacità di ficcarsi in testa grazie a quella carica sprigionata da linee medodiche sontuose, semplici, ma non facilone. Il violino, suonato come sempre con assoluta perizia da Lethien, non esita a ritagliarsi spazi importanti e riesce a caricare le già energiche melodie di brani come "3 Ways To Magic" che richiama fortemente i mai troppo pompati Skyclad o “Straight inside your Winter” dalla struttura cangiante. Non mancano escursioni in ambienti più inclini all'hard rock, "Summon The Dawn Light" ne è una testimonianza con quelle tonalità solari e atmosfere più disimpegnate che fanno leggermente da contraltare ad un sound tendenzialmente più arcigno con ritmi a volte anche frenetici. La perfetta riuscita di 'Secrets Of The Magic Grimoire', che ha nella varietà e nella freschezza del sound i propri punti di forza, consolida la posizione degli Elvenking ai vertici non solo della scena italiana, ed è il risultato dell'intelligente dosaggio di tutte le componenti strumentali che si integrano alla perfezione con la voce di un Damna veramente incontenibile (reduce oltretutto da una eccellente performance con gli Hell In The Club, la sua band parallela), capace di elargire scariche di pura adrenalina quanto momenti di elegante dolcezza come ad esempio nella conclusiva e raffinanta ballad "A Cloak Of Dusk"; poi quando la produzione viene affidata ad un mostro di bravura come Simone Mularoni è pressochè impossibile imbattersi in sgradite sorprese.
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