DUNGEON: ONE STEP BEYOND
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17/03/2005Dalla terra dei canguri approdano i Dungeon, band del factotum Lord Tim, sorta di idolo in terra madre alla pari di pezzi da novanta del metal mondiale, e paragonato a gente come Kai Hansen et similia in fatto di personalità e talento vista la familiarità del personaggio con chitarra, keys e soprattuto voce, e visto che il nostro si occupa della composizione e della produzione del disco. In verità, tutte queste premesse ed i paragoni a dire il vero particolarmente esagerati non trovano pieno riscontro ascoltando questo "One Step Beyond", se non erro terza fatica in studio della band. Vero che buoni momenti non mancano, e che qualche canzone riesce anche a farti battere il tempo col piede ed a indurti a timidi, isolati accenni di headbanging, e vero che Lord Tim possiede una forte personalità e una ottima ugola, ma è anche stramaledettamente vero che non sentivamo certo la mancanza di un disco del genere in bilico tra l'heavy-power teutonico, i Priest e brevi puntatine nel thrash quando le ritmiche si serrano ed i riff fanno il verso a molte band del filone. Tutto ben fatto, confezionato come le migliori opere(e figuriamoci se la Limb Music lascia qualcosa al caso. Questo almeno, per fortuna), subitanea però è la noia e l'assefuazione arriva presto, spietata, glaciale. Dispiace dirlo, ma non ci siamo. Con questo andazzo plastificheremo sempre più il mercato, appiattiremo sempre più il livello di un genere già di per sè mediocre, e per trovare una goccia di sudore che sia una ci toccherà trascorrere l'estate sotto un'ascella fermentata di Giuliano Ferrara.
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