DUFFY PUNK: TESI IN ATTESA
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02/06/2008Si potrebbe dire, forse un po’ semplicisticamente, che il movimento musicale punk in Italia si divide in due: vi è una metà composta da decine di bands più o meno famose che, per scelta o per necessità, hanno deciso di non scendere a compromessi: stile musicale incontaminato, liriche intransigenti, concerti nei centri sociali e soprattutto pochi, pochissimi soldi; vi è invece un’altra metà della scena che ha deciso che, per emergere, qualche compromesso lo si deve e lo si può fare: scelta più che legittima, che può più agevolmente condurre ad ottenere qualche piccola soddisfazione; magari queste bands non vivranno della loro musica (in Italia le bands che riescono a farlo si contano sulla punta delle dita) e i soldi continueranno ad essere pochi, ma potranno vantarsi di deal con le migliori etichette indipendenti, del video trasmesso da MTV, del pezzo diffuso da radio nazionali e di concerti in locali degni di questo nome. Senza pregiudizi, non possiamo fare a meno di rilevare che i Duffy Punk appartengono a questa seconda categoria. Senza ombra di dubbio questo ‘Tesi In Attesa’ è un disco formalmente bello, con buoni arrangiamenti e una produzione molto professionale: ma personalmente non riesco proprio ad appassionarmi ad una proposta musicale di questo tipo, che il punk ce l’ha solo nel moniker ma non certo nel suono. Forse una proposta di questo tipo potrà risultare appassionante per qualche ragazzino che sta cercando di avvicinarsi al genere, o per qualche alternativo con il dolcevita nero e i pantaloni di flanella: non certo per un appassionato di musica punk. La qualità dei brani poi è assolutamente discutibile: dei nove brani in scaletta non ce n’è uno che resti in mente, neanche dopo 3 o 4 ascolti, o che emerga dalla banalità: non basta contaminare il proprio sound con influenze moderniste per produrre qualcosa di buono. Desolato per i Duffy Punk, ai quali auguro tutto il successo possibile, ma non posso fare a meno di bocciare un lavoro di questo tipo.
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