DIZZY MISTYCS: Wanderlost
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12/11/2019Frizzantezza ed adrenalina scorrono a fiotti tra le notte della prima fatica in studio dei Dizzy Mystics, progetto le cui sonorità veleggiano tra il rock, il progressive e la psichedelica. Sound il loro ispirato certamente dalla poliedricità di Frank Zappa, con una dose di puro prog in stile Yes. La spensieratezza e la capacità di rinnovare se stessi in ogni pezzo sono l’acume per un progetto che mostra personalità e che, pur ricalcando per attitudine altri mostri sacri, riesce a lasciare un’impronta attuale e che non ha il gusto dello stantio. Cacofonia e poi armonia si prendono per mano in una danza in cui giovinezza e vitalità si alternano a cerebralità e tanta qualità tecnica. Disco che trasmette ispirazione e che ci vede protagonisti in risate sguaiate e tanta energia. Tutto ciò ci porta idealmente verso l’alto, librando in volo verso un cielo terso in cui respiriamo a pieni polmoni sentimenti positivi. Full-length che non ha mai espressioni cupe, follia che si traduce in un folklore che ci rammenta i Jethro tull per complessità e dissonanze. Wanderlost non lesina modernità, a livello di suoni, così da poter essere anche avvicinati da più giovani ascoltatori. Il disco ha attimi più estremi che sfiorano il concetto di metal, anche se sono barlumi che entusiasticamente spingono l’interpretazione vocale a più tesi lidi. L’impressione che ci resta è che a tratti la band non approfondisca a dovere i punti che va via via toccando, così da abbozzare solo qualcosa di rivoluzionarlo, accennandolo appunto ma non sviscerandolo a dovere. Resta la soddisfazione per un lavoro di valore, leggero ed al contempo riflessivo quando necessita. Noi vogliamo scommettere sui Dizzy Mystics, per i quail intravediamo un future roseo e che potrà regalare soddisfazioni anche ai più esigenti.
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