DISIPLIN: RADIKALE RANDGRUPPE
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05/01/2011Secondo disco nello stesso anno per il duo norvegese. Dopo 'Hostis Humani Generis' uscito in primavera, ecco 'Radukale Randgruppe' che ha visto luce in pieno autunno, e che ha ribadito il cambiamento di marcia - non totale, ma quasi - rispetto alle precedenti esperienze di matrice più espressamente black metal. Alle prese ora con una sorta di industrial dall'incedere marziale e dalle venature noise, i Disiplin irradiano suoni apocalittici, squarcianti e con l'atmosfera nera ed opprimente tipica del black. Non un'evoluzione vera e propria, ma una progressione verso altri lidi caratterizzata dalle stesse disturbanti emozioni. Diversamente estremi, ma pur sempre maligni. Ecco allora un manifesto sonoro di non facile assimilazione, e non solo per chi solitamente si aspetta di ascoltare i tradizionali strumenti in chiaro. L'album si struttura su suoni e screaming filtrati, su rumori sia di fondo, sia in primo piano dove l'effettistica e l'elettronica la fanno da padrone. Non si tratta, questo è sicuro, di un magmatico muro sonoro in cui tutto risulta indistinguible, in cui tutto è gratuito e governato dall'autoreferenzalità, ma di brani che godono di una concreta spinta attiva e dall'equilibrio invidiabile. Dietro al perpetuo martellare si cela un'anima ben visibile e dalle fattezze delineate al massimo. Segno che i Disiplin hanno spessore anche concettuale oltre che formalmente artistico. Qualche dubbio, invece, in merito all'aspetto ideologico: mi sfugge, al momento, se si tratta solo di interesse per certe tematiche, oppure di un preciso credo politico, quindi non mi pronuncio. E' comunque mero contorno a fronte di tale abbondanza qualitativa.
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