DEICIDE: LEGION
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13/02/2007Secondo, devastante capitolo della crociata anti-cristiana di Benton e soci. Dopo l'ottimo esordio del 1990 con l'omonimo album, i Deicide tornano alla ribalta con Legion, confermandosi tra i massimi esponenti del genere. La formula che li aveva resi celebri al loro esordio qui appare notevolmente rinnovata e ampliata, il livello tecnico e stilistico della proposta musicale di Legion non è neppure lontanamente paragonabile a "Deicide": i riff e i fraseggi degli Hoffman sono diventati elaboratissimi e molto complessi, e anche il drumming di Asheim ha acquisito un maggiore spessore tecnico e stilistico, tant'è che i quattro di Tampa sembrano viaggiare ognuno attorno alla propria orbita ritmica, avendo in comune solo gli accenti. Quindi si può solo immaginare le reazioni della stampa di settore all'uscita di un platter come "Legion", che aprì seriamente nuovi orizzonti alla fervente e prolifica scena death metal americana. Come disse lo stesso Benton in un'intervista, "pochi davvero hanno saputo apprezzare in pieno quel fottuto disco. La maggior parte lo ascoltava e si chiedeva che cazzo fosse. Era davvero troppo per le loro fottute orecchie. Troppo violento, troppo veloce. Nessuno suonava così allora". In molti acclamarono l'album e la band, che giunse al culmine della notorietà, sia per motivi strettamente connessi alla musica, sia per certi (discutibili) comportamenti del frontman, che in quel periodo fu, tra le altre cose, più volte molestato da esponenti di gruppi cristiano-fondamentalista, che arrivarono ad incendiare la casa-sala prove che il gruppo divideva con un'altra band, i Cannibal Corpse. Ma al di là di queste storie (dalle quali Benton sembra non riesca a tenersi distante) si può certamente affermare che con Legion siamo di fronte ad uno dei capolavori assoluti del death metal prodotto da una band all'apice del suo momento creativo.
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