DEICIDE: DEICIDE
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08/02/2007Esordio al fulmicotone per una delle band più blasfeme e chiacchierate dell'intero panorama musicale. Sotto la guida del nume tutelare Scott Burns, che ha contribuito al successo di numerosi musicisti, "Deicide" fu accolto dalla stampa di settore come una vera bomba nell'ambito del già agitatissimo ciclo del death metal dei primi anni 90. Certamente l'iconologia incentrata sull'odio per il cristianesimo, le trovate blasfeme del frontman Glen Benton (che è arrivato a marchiarsi a fuoco una croce capovolta sulla fronte) e certe sue deliranti affermazioni (per esempio, quando disse che a trentatrè anni si sarebbe suicidato per consolidare la sua fama di "anticristo", cosa che ovviamente non ha fatto) hanno contribuito ad un successo immediato per i quattro di Tampa (Florida), già attivi da tempo nell'underground statunitense con il nome di Amon, cambiato in Deicide dopo il contratto con la Roadrunner. Ma parlando di musica, le dieci tracce che compongono questo capolavoro sono un vero e proprio assalto sonoro, duro, rabbioso e aggressivo. Tuttavia la facilità con la quale si lascia ascoltare e la forte attitudine di Benton e soci ha reso possibile l'improvviso e immediato successo dell'album. Il preciso e incalzante drumming di Asheim, gli efficaci e taglienti riff dei fratelli Hoffman, fortemente influenzati dal thrash bay area '80, le efficaci linee di basso e lo spaventoso growl di Benton sono il marchio di fabbrica della band. Unica pecca: la parte solistica, che a tratti appare poco ispirata. Insomma, un ottimo preludio a successivi capolavori come Legion e Once upon the cross. Peccato che la scia positiva sia andata scemando, negli anni. O almeno fino al loro ritorno, nel 2003.
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