DAWN UNDER ECLIPSE: FROM END TO END
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23/06/2009Avete presente quei ragazzini emo che mettono l'overdrive al massimo e qualche scream e si scelgono come monicker una frase fatta che tolta dal suo contesto semplicemente non ha senso? Ecco, questa band è una di quelle. Sono giovani, eppure possono già vantare delle partecipazioni a eventi live di un certo livello, e questo non può che far piacere. Però quando si ascolta il disco, le cose cambiano sostanzialmente. Non che non siano capaci, non che i riff facciano schifo, non che il cantato sia pessimo (anzi è decisamente migliore e più personale di tanti colleghi stranieri ben più famosi) ma questa tendenza a voler seguire a tutti i costi le mode e i trend è davvero disarmante a un certo punto. Queste produzioni pulitine che fanno da base a sta roba che sembra un po' thrash, che dà un tantino di death, (sarà per quei sporadici growl), che odora molto più di *core ma poi parte l'immancabile voce pulita seguita a ruota dalla band che tira il freno e rallenta il carrozzone pseudoestremo in un crogiuolo di melodie plastificate. Tutta roba che Mtv e la Roadrunner non smette di propinarci alla nausea. Nello specifico, però, ci troviamo di fronte a una band che sa il fatto suo, che picchia quando c'è da picchiare e rallenta al momento giusto, dimostrando di aver ben compreso la lezione dei loro giovani maestri, specialmente dei Trivium ("Half Light"). Il riffing è quanto di più funzionale ci possa essere in giro, dal momento che ben si adatta agli intenti dei romagnoli, che passano da momenti aggressivi e groove a situazioni più rilassate e acustiche ("A Night On Earth"). Tirando le somme, si tratta di un disco che più modaiolo non si può, che probabilmente sarà apprezzato da chi segue i trend attuali. Non c'è molto altro da dire.
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