Danzig: Deth Red Sabaoth
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29/08/2010Ottavo lavoro per i Danzig, uno dei gruppi più controversi ed eclettici che siano mai apparsi sulla scena metal mondiale. Stiamo parlando di una band che ha toccato i lidi dei generi più disparati partendo dall'horror punk, passando per un heavy fortemente influenzato dai maestri Sabbath fino ad arrivare all'industrial. Ma dato che, come si suol dire, il "lupo perde il pelo ma non il vizio", i nostri demonietti newyorkesi hanno deciso di continuare il loro processo di contaminazione anche in questo nuovo lavoro in cui hanno deciso "seriamente" di ricominciare a suonare come sanno fare. Ed infatti questo nuovo prodotto potrebbe essere definito un condensato di atmosfere malefiche, potenza allo stato puro ed azzeccatissimi richiami di acid rock; il tutto completato da sua malvagità Glenn che, finalmente, si è nuovamente ricordato di essere la doppia incarnazione di Morrison e Presley. Sin dalle prime note l'ascoltatore sarà letteralmente travolto da uno tsunami sonoro che trasuda hard rock e metal in ogni singola nota. Gli amanti del dark potranno trovae la loro piena soddisfazione ascoltando la suprema prova vocale oscura, deprimente e che, a volte, sfiora i lidi della disperazione e del disicanto di Glenn Danzig che, nei primi quattro pezzi, tocca il suo apogeo. Citazione a parte meritano "Wicked Night", brano dal sound più morbido e meno ruvido con degli ottimi riff di chiatarra che sembrano quasi voler rendere tributo ai più grandi chitarristi della Storia, "Ju Ju Bone" traccia in cui la band tocca i lidi del blues, e "Left Hand Raise Above", brano che, dopo un inizio quasi black metal, traghetta l’ascoltatore nei dolci e tenebrosi lidi del dark. Un calorosissimo bentornato ai Danzig, quindi, che grazie ad un ottimo lavoro ed ad una produzione a dir poco "letale" ci hanno regalato uno dei capolavori dell’anno 2010!
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