DAN HICKS AND THE HOT LICKS: SELECTED SHORTS
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21/02/2005Onestamente, non avevo ascoltato mai una nota di Dan Hicks prima che "Selected Shorts" finisse nella nella mia cassetta della posta prima, nel lettore poi.
E ammetto quasi di pentirmi per non avere mai avuto modo di farlo in precedenza. Perchè? Perchè Dan è un personaggio incredibile oltre che un artista
altrettanto incredibile, e perchè definire il genere che propone è davvero una impresa impossibile. Vi potrebbe bastare l'etichetta jazz-folk-country-boogie-swing-blues rigorosamente vintage e spudoratamente calato in altre epoche come gli anni '50 dello scorso secolo quando le sigle per spot pubblicitari erano eseguite da
robuste ma graziose bambolone le quali in coro osannavano i prodotti oggetto degli spot? Beh si, sono anche i cori delle song di questo disco. Ma se a tutto questo ci aggiungiamo un violino che imperversa lungo tutto il disco, e un senso dell'umorismo tanto sottile quanto palpabile che ti lascia ghignare dall'inizio alla
fine di ogni brano cambierebbe la mistura di generi che ho sopra indicato? Cosa si otterrebbe? E che dire della voce di Dan che sembra una parodia di Sinatra
mentre tenta di imitare a sua volta Willie Nelson(presente nel disco in duetto con lo stesso Dan in "One More Cowboys")?
"Selected Shorts" è un lavoro indefinibile quanto spassoso, ma anche un CD arrangiato con maestria visto
che i 52 minuti di durata hanno un equilibrio strutturale puntiglioso, cesellato da mani esperte che oltre a divertirsi danno saggio di professionalità
e bravura.
E' come vivere costantemente indietro nel tempo, ed a volte ci si immagina di ritrovarsi anche nei primi vagiti dei cartoni disneyani quando schiere
di mucche componevano un orchestra jazz intonando brani dal riverbero comico-demenziale(ascoltate "C'mon-A-My-Mouse" per esempio), oppure proiettati in
pellicole di film muti, tra pantomime e "piccole canaglie"("First I Lost My Marbles").
Dan ha inciso il suo primo disco nel 1969, e ora che lo scopro mi accorgo di avere perso qualcosa d'importante durante tutti questi anni. Ma grazie alla Surfdog, che sta concentrado tutti i propri sforzi per artisti di confine(recente anche l'entrata in scuderia dei redivivi Stray Cats), ho l'opportunità di redenzione mentre recito il mea culpa.
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