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WUTHERING HEIGHTS: THE SHADOW CABINET

data

14/12/2006
74


Genere: Folk/Speed Power Metal
Etichetta: Locomotive Records
Anno: 2006

Strana band i Wuthering Heights, nata dalla mente del chitarrista Erik Ravn che porta avanti questo progetto con grande devozione fin dal 1992, quando all’epoca usava lo pseudonimo Minas Tirith. Un gruppo che è riuscito ad emergere dal rigoglioso panorama di band Power solo nel 2004 con l’album “Far From The Madding Crowd” raccogliendo enormi consensi dalla critica di mezzo mondo. Eppure quel disco, tanto decantato, non riuscì a colpirmi ma anzi mi fece allontanare dalla band e quando mi ritrovai tra le mani la copia di “The Shadow Cabinet” la mia reazione non fu tra le più rosee. Perché? Perché i Wuthering Heights non sono la classica band d’impatto che s’accontenta di farsi piacere. La musica nata dalla “penna” di Erik Ravn è di difficile assimilazione, profonda, folkloristica se vogliamo ed allo stesso tempo aggressiva, con certe ritmiche da farci impazzire persino un metronomo, e contaminata da una timida indole Progressive. Per questo durante i miei primi ascolti di questo nuovo album ero pervaso da scetticismo, provando l’inconfondibile terrore di trovarmi di fronte all’ennesimo, concedetemi il termine, “pastolotto” Power/Prog di scarsa utilità. E all’improvviso durante l’ascolto, praticamente casuale, di un brano me ne sono ritrovato completamente immerso, ammirandone la maestosità e la bellezza. Questo “The Shadow Cabinet” è un album estremamente controverso, dove i punti deboli e i punti di forza si eguagliano. Sfornando passaggi quasi banali come l’opener “Demon Desire” , la piatta “Envy” e la prolissa “Faith” la band ci prepara al peggio, ma è con l’ascolto dei suoi brani di punta che questo disco riesce a rimettersi in gioco. Lo struggente attacco di “Sleep” ad opera del talentuoso Nils Patrik Johansson (Astral Doors), capace di un interpretazione da capogiro e di un infinità di timbri di voce, ci trasporta in una dimensione spensierata, dove il folklore e l’armonia del brano vengono vaporizzati dal ritornello per diventare una bomba Power, con l'invidiabile sfoggio di tecnica della coppia di asce Ravn/Arendal (Manticora). A ruota ne susseguono la stupenda “I Shall Not Yeld” e la conclusiva “Carpe Noctem – Seize The Night”, vero capolavoro di questo disco dove tutto sembra girare veramente per il verso giusto. A questo persino la bonus track “Midnight Song” sembra avere tanto da dire, tanto è il trasporto causato da questi tre pezzi conclusivi. “The Shadow Cabinet” non è certamente un disco destinato a tutti gli appassionati del genere, o più probabilmente non lo sono i Wuthering Heights stessi, dai quali potrebbero non ottenere grandi consensi. Ma coloro che guardano con un occhio di riguardo verso ritmiche più spinte ed elaborate potranno fare tesoro dell’operato di questa band. Consigliato a tutti e a nessuno.

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